La sfiducia al sindaco? Una scenetta che non fa onore a nessuno…tutti sulla giostra dell’intesa giusta

 
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Gela. Note, interpretazioni alle note, note delle note e codicilli vari.


Messinese e Siciliano rimangono sulla giostra. A Palazzo di Città, la brutta figura, l’ennesima, i consiglieri comunali se la sono servita su un piatto d’argento. Dopo mesi di tribolazioni politiche, firme, controfirme, fogli che vengono e fogli che vanno, la mozione di sfiducia non arriverà neanche in aula, salvo improbabili sorprese. L’ex crocettiana Maria Pingo c’ha ripensato e della sfiducia “strumentalizzata” non vuol sentirne più parlare. Se la firma ritirata sia normativamente legittima, insomma se sia ritirata o meno, è tema d’analisi e di dibattito, sempre che possa interessare a qualcuno. Alla fine, il “non ci sto” dell’ex vicepresidente del consiglio comunale sembra accontentare tutti. A Messinese e Siciliano viene garantito un altro giro sulla giostra del municipio. Questa volta, però, dovranno far salire anche gli “amichetti” che arriveranno al loro capezzale. Sulla giostra serve spazio. Sindaco e vicesindaco, almeno questa volta, cercheranno di non scontentare gli amici di sempre e quelli che, magari, lo diventeranno a breve. Un primo faccia a faccia con quelli di Alfano c’è già stato, con tanto di ministro della salute seduta alla stesso tavolo. La stessa Beatrice Lorenzin che, solo ad inizio estate, era stata sonoramente contestata proprio dal sindaco Domenico Messinese che, sulla pubblica via, si mise ad urlarle addosso “a Gela si muore!”. In realtà, si continua a morire anche dopo il summit nella stanza d’albergo scelta dagli alfaniani per ospitare il ministro e, cogliendo al volo l’occasione, battezzare il loro candidato locale all’Ars, il volto nuovo Angelo Caci, ingegnere come il vicesindaco Siciliano e il sindaco Messinese. Affinità professionali e affinità politiche. Cosa abbia convinto il consigliere Pingo a fare retromarcia non è ancora chiaro. Già si parla di promesse, di nuovi ingressi nei partiti che contano, o così dicono, di mezzi abboccamenti. Magari, il consigliere Pingo, data l’esperienza e la lungimiranza che tutti le attribuiscono, avrebbe dovuto capirlo prima che qualcuno stava giocando con il mazzo della sfiducia. L’ha compreso giusto prima che il presidente del consiglio Alessandra Ascia firmasse la convocazione ufficiale della seduta per discutere la mozione. Meglio tardi che mai, direbbe il consigliere. Senza quella firma, anche i dem hanno più spazio di manovra per dedicarsi al loro candidato all’Ars, l’uscente Giuseppe Arancio, evitando di scatenare la ridda delle ipotesi sulla sfiducia. Non devono più giocare i numeri, quelli veri o potenziali, e si possono dedicare ad altro, magari sondando i pensieri e le parole dei due che contano in municipio, il sindaco e il suo vice.

La scenetta finisce prima di arrivare in aula. Messinese e Siciliano i passetti verso il centrosinistra li stanno muovendo. Alternativa Popolare di Angelino Alfano, che di centrosinistra non ha proprio nulla, ma che a questo giro ha scelto di stare lì dove sta, potrebbe essere il nuovo parco divertimenti della giunta, in attesa di capire quanti voti riuscirà a mettere su il candidato Angelo Caci. Meglio gli alfaniani di Sviluppo Democratico, un movimento fondato dai supporter di Messinese, che fino ad oggi tutto ha dimostrato salvo di essere un’entità politica con centinaia di iscritti. Almeno, non risulta a nessuno. Quelli del Pd stanno a guardare. C’è addirittura chi sussurra che ci siano loro dietro al “c’ho ripensato” di Maria Pingo. Loro negano senza se e senza ma. La mossa del consigliere Pingo sembra quasi aver liberato dai loro peccati molti altri colleghi che, sì hanno firmato la mozione di sfiducia, ma che proprio convinti di andarsene anticipatamente a casa non lo erano affatto. Si sa, è un momento difficile per la città e, quindi, non bisogna fare passi azzardati. Più o meno, la scenetta è recitata su questo stringato copione. Teatro o non teatro, tutti hanno perso un’occasione, sia quelli convinti di mandare a casa Messinese sia quelli che proprio non lo erano. Dopo mesi di inutili accapigliamenti, coerenza voleva che la scenetta venisse recitata almeno in consiglio comunale. Magari, ne presenteranno un’altra mozione di sfiducia, non si sa mai.   

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