La sfiducia non passerà…a sinistra e a destra mancano i leader: tra comprimari e “scudieri” non si vede la stella

 
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Gela. AAA leader cercasi. Potrebbe essere questo l’incipit di un qualsiasi annuncio, firmato, indifferentemente, dagli esponenti del centrosinistra o da quelli del centrodestra locale.

Chi c’è nel centrosinistra? Sì, perché mancano figure che possano proiettare questi gruppi, fatti fuori dalla marea grillina delle amministrative di due anni fa, verso il ritorno a Palazzo di Città. Ovviamente, si tratterebbe di un ritorno per il centrosinistra reduce dall’esperienza Fasulo; per il centrodestra, invece, almeno negli ultimi decenni, salvo la brevissima esperienza Scaglione, sarebbe praticamente una rarità. La sfiducia alla giunta del sindaco Domenico Messinese, nonostante già tre gruppi consiliari ne abbiamo approfittato per depositare le rispettive mozioni, difficilmente arriverà in aula o, comunque, sarà quasi impossibile vederla approvata. Perché? Certamente, non per il timore dei trenta consiglieri di perdere il posto. Se dalle segreterie dei partiti di riferimento dovesse arrivare la direttiva di sfiduciare Messinese, difficilmente qualcuno potrebbe sottrarsi, salvo ammutinamenti di massa. In realtà, l’ordine di scuderia non arriverà, almeno per ora, proprio perché i partiti, a livello cittadino, stanno annaspando. Se Messinese e la sua giunta cadessero nelle prossime settimane, chi dovrebbero schierare i big del centrosinistra o quelli del centrodestra? Mancano leader, lo stampino, probabilmente, si è inceppato, sempre che quelli succedutisi negli ultimi anni siano effettivamente leader politici. Il centrosinistra, al momento, rischia la nuova implosione, dimostrata da quanto accaduto in aula con il voto sulle commissioni. Sicilia Futura, Articolo 1 e il Megafono hanno votato a favore dell’atto presentato dal gruppo di centrodestra, isolando il Pd. Dov’è il leader di un eventuale centrosinistra unito che mirerebbe a riprendersi il municipio? Il deputato regionale uscente Giuseppe Arancio, pronto a ricandidarsi a novembre per il ritorno all’Ars, è appunto un candidato di sistema. Non ha affatto il piglio del leader. L’ex sindaco Angelo Fasulo, da tempo ormai, si muove nell’ombra di un Pd ancora non del tutto guarito dalla malattia dei continui contrasti interni. Il segretario cittadino dei dem Peppe Di Cristina, nonostante abbia l’appoggio dei grandi vecchi del partito, difficilmente potrebbe essere un potenziale candidato a sindaco, magari riunendo tutte le anime del centrosinistra. Agli occhi degli altri, soprattutto di quelli che si sono allontanati dal partito, sono soprattutto quei grandi vecchi a zavorrarlo. Insomma, Di Cristina, per tanti esponenti di centrosinistra, è soltanto la voce politica dei vari Calogero Speziale e Miguel Donegani, invisi a tanti altri pezzi forti del partito. Le incognite potrebbero essere due “prime donne” politiche che, al momento, militano nel gruppo consiliare del Partito Democratico. Vincenzo Cirignotta e Guido Siragusa sono referenti di aree importanti del partito locale, ma hanno i voti giusti per guidare un’eventuale coalizione? Ai democratici tanti voti li ha portati il presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia. Il suo gruppo di riferimento, quando ci sono voti da cercare, è sempre sul pezzo. In questo caso, si potrebbe anche fantasticare, facendo il gioco delle noise quote rose, magari tutti compatti a sostegno della Ascia. Ipotesi veramente difficile ma non impossibile.  Il capogruppo di Sicilia Futura Giuseppe Ventura, già assessore della giunta Fasulo e fuoriuscito dal Pd dopo una lunghissima militanza, potrebbe calamitare i voti verso il centrosinistra? Ventura, in realtà, sembra molto più appassionato all’Ars, tanti lo danno come candidato forte di Sicilia Futura per le regionali di novembre. Inoltre, bisognerà capire se Sicilia Futura, davanti ad un esito infausto del voto per le regionali, possa resistere al post novembre. Nelle fila locali dei crocettiani poco si muove. Il presidente è ancora impegnato a rifarsi l’immagine, vorrebbe ripresentarsi per un secondo mandato alla guida della Regione ma il Pd regionale e quello nazionale, per ora, hanno risposto picche. Un suo fedelissimo, il responsabile dello staff Enrico Vella, non ha mai nascosto di puntare alla poltrona di sindaco. Probabilmente, per ora, il suo passato nel Pd ma anche la concorrenza interna nel Megafono sono muri difficili da scavalcare. Vella viene identificato proprio con il presidente Crocetta che lo ha baciato in fronte, portandolo con sé alla Regione. Lo stesso dicasi per la capogruppo del Megafono Sara Bonura, appena passata alla Regione, con un contratto triennale.

Pino Federico e il suo “scudiero”. E a destra, invece? Tanti pensano che il deputato regionale uscente Pino Federico, forzista passato dall’esperienza autonomista di Raffaele Lombardo, sia l’indiscusso capo. Ma è veramente così? Tra le fila di quelli che a destra, almeno in città, militano da decenni, Federico è sempre stato considerato come un’anomalia. Per ora, sta in Forza Italia, ma domani cosa potrebbe accadere? Federico pensa al ritorno all’Ars, fare il sindaco sarebbe un ripiego, una soluzione comunque da non sottovalutare. Fa curriculum. Di certo, se il centrodestra regionale dovesse compattarsi intorno a Nello Musumeci, allora anche gli equilibri interni al centrodestra cittadino potrebbero cambiare. La Lista Musumeci sta per acquistare un nuovo consigliere comunale. A Vincenzo Cascino e Anna Comandatore dovrebbe affiancarsi Giovanni Panebianco, che ha detto definitivamente addio all’Udc. Probabilmente, Federico potrebbe lanciare uno dei suoi. Inutile nasconderlo, il pupillo del deputato regionale forzista è il consigliere comunale Salvatore Scerra. Proprio lo “scudiero” politico di Pino Federico si è appena portato a casa la partita delle commissioni. Con un accordo trasversale, accettato da pezzi del centrosinistra, si è rifatto della sconfitta in commissione bilancio, trasferendo i dem Vincenzo Cirignotta e Guido Siragusa, suoi attuali acerrimi rivali, in commissione cultura, quella meno pesante negli equilibri del municipio. Ma Scerra può essere leader di un centrodestra che a livello nazionale scala i sondaggi e in città potrebbe pensare all’inattesa vittoria? Lui, da tempo, si atteggia a guida, almeno in consiglio comunale. Altro discorso è il rapporto con Federico. Il capo rimane il deputato regionale e Scerra lo segue a ruota, ma nel centrodestra il binomio azzurro potrebbe non trovare tutti gli appoggi giusti, soprattutto se dovesse affermarsi la linea dei fedelissimi di Nello Musumeci. Poi, ci sono quelli che potrebbero sbucare dal nulla, come Maurizio Scicolone che, già all’indomani della sconfitta di Lucio Greco alle amministrative, ha scelto di fare da tessitore per rimettere in piedi la trama del centrodestra in città. Lucio Greco, invece, dopo i tanti voti presi due anni fa dalle liste a supporto non è riuscito a fare il leader. Adesso, anche lui si muove nell’ombra, probabilmente in attesa di un altro colpo. Ovviamente, sia nel centrosinistra sia nel centrodestra il leader che non c’è potrebbe anche esserci, magari già pronto a farsi vedere fuori dal municipio. Di professionisti “illuminati” è piena la città, almeno così dicono.

Morgana…il sindaco mancato. I grillini, che alla sfiducia ci credono eccome, hanno un enorme problema. Se cadesse Messinese, in campagna elettorale dovrebbero sconfiggere l’incubo Messinese. Insomma, agli elettori dovrebbero far capire di avere sbagliato portando alla vittoria un sindaco che hanno scaricato dopo pochi mesi dall’insediamento. I cinquestelle, come è ovvio, non riconoscono altro leader all’infuori di Beppe Grillo. In Sicilia, il deputato regionale Giancarlo Cancelleri continua a muovere le carte, in attesa di potersi accreditare come eventuale candidato a Palazzo d’Orleans. In città, i grillini potrebbero incoronare il consigliere comunale Simone Morgana, in sostanza il sindaco mancato. Negli ambienti dei cinquestelle, tanti avrebbero voluto puntare su di lui già alle amministrative di due anni fa. Alla fine, però, passò Domenico Messinese. Dal parlamento europeo, dove è assistente del deputato Ignazio Corrao, anche Giuseppe Lo Monaco non si è mai dimenticato della città. Lui è un grillino della prima ora ed era già pronto ad andare a Roma prima che Cancelleri cambiasse idea. I nomi sono tanti, mancano i leader.

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