La strage di Auletta compiuta dall’esercito italiano quel mattino del 30 luglio

 
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Gela. La questione meridionale, è un problema che assilla tutta la parte meno ipocrita della cultura meridionale e anche quelle persone che non sono vincolati da qualsiasi coinvolgimento economico. Insomma, si tratta di uomini con principi sani che non barattano l’onestà, la dignità di essere umani per un piccolo privilegio in più del necessario. Gente che non possiamo trovare tra i politici o tra i dirigenti a qualsiasi livello, impegnati a fare carriera, nelle scuole, nelle industrie o alla ricerca di un posto di lavoro, perché i nostri colonizzatori sono stati bravi a cancellare la nostra storia, la nostra dignità di uomini e noi per ignoranza o per servilismo facciamo finta di non conoscere.
Oggi il meridionalista convinto, uomo o donna, si trova di fronte, a due problemi che assillano il meridione.
Un primo problema è quello del revisionismo, dove il meridionale che conosce i fatti che si sono verificati a partire dall’agosto del 1860, vuole riproporre la questione perequativa derivata dall’aggressione subita, dalla spoliazione patita per rivendicare una parità di trattamento tra nord e sud e risolvere la eclatante disparità esistente tra popoli del meridione e popoli del settentrione.
Dall’altra parte il meridionalista tradizionale che si appoggia alla tradizione di un popolo politicamente ed economicamente molto più avanzato degli altri staterelli dell’Italia del nord di allora, vuole riprendere il cammino dello sviluppo economico e sociale del nostro territorio interrotto. Questo secondo aspetto ci ispira maggiormente, perché ci mette al riparo dei condizionamenti strumentali che i nostri colonizzatori hanno voluto inculcarci in tutti questi anni di dominio. Tutti abbiamo assimilato che siamo stati mantenuti dai nordisti e che i meridionali parassiti non hanno nessuna voglia di lavorare anzi felicissimi di riposare sdraiati sotto un albero da frutta, con un bel sombrero sulla testa e aspettare che il frutto caschi dall’albero senza farci male. Questa la teoria dei bovari (senza volere offendere quelli che per mestiere si occupano di buoi) nordisti, che dopo avere invaso il meridione e saccheggiate le chiese per vendere tutte le sacre reliquie nei mercatini rionali delle nostre città, scippando di ogni suo bene il meridione, hanno il coraggio di tenere aperto il museo Lombroso di Torino, che rappresenta la disumanità totale del popolo Piemontese. Hanno voluto creare una enorme massa di servi narcotizzati, manipolati e sacrificabili agli interessi delle consorterie che coltivano il diabolico disegno di dominare il mondo.

Non possiamo subire passivamente, quasi fosse una calamità naturale e non il perfido frutto di un disegno predatorio, la vergognosa tragedia della disoccupazione giovanile, che priva le nostre regioni delle forze migliori, la nostra Patria definita da Giacinto de’ Sivo” il sorriso del Signore” possa trasformarsi in pochi anni in un desolato ospizio per vecchi (da Giovanni Maduli). L’emigrazione purtroppo è l’unica strada senza ritorno, ancora aperta per il meridionale e la disoccupazione che aumenta a grandi passi non può essere eliminata con la teoria dell’austerità, ancora in vigore in questo governo, contestato aspramente da una sinistra, che pure bocciata dagli Italiani, continua la sua opposizione intransigente in tutti i programmi televisivi. La famosa luce in fondo al tunnel non ci è permesso di intravedere, perché nessuna iniziativa economica tradizionale viene messa in atto. Ogni iniziativa economica posta in essere dal nuovo governo viene, ancor prima di nascere, contestata dalla sinistra non domata, con la scusa dell’Ue, che continua ad esercitare un potere incontrollato sugli stati aderenti. Come possono svilupparsi gli Stati dell’Europa e particolarmente l’Italia se non vengono messi in atto strumenti utili allo sviluppo economico del un territorio?
Questa politica mi ricorda il comportamento della FMI, quando prestava soldi agli stati Africani solo nel momento in cui si trovassero in condizioni di fallimento e perciò facile ad essere colonizzati. Se questo è l’obiettivo finale della massoneria Europea, ci stiamo avvicinando a passi da gigante, con la scusa del debito pubblico molto alto i nostri mezzi finanziari, non trovano copertura. E’ il cane che si morde la coda e il baratro avanza inesorabilmente.
Certo parlare male del Regno delle due Sicilie non è una novità, lo riscontriamo fin dal 1851, quando la pubblicistica inglese di Ewarl Cladstone asseriva che il regno borbonico era arretratissimo, mentre alcuni storici rivalutano i Borboni con lo sviluppo del primato ferroviario della Napoli-Portici, lunga 7,5 chilometri del 1839 come prima tratta ferroviaria dell’Italia. Ma sono molte le industrie specializzate nel sud, fatte direttamente con patrocinio Reale come Mongiana, di Pazzano, di Fuscaldo, Di Bigonci in Calabria, l’altissimo livello di produzione della ceramica, San Leucio, seteria di rinomata importanza mondiale, in Puglia e Basilicata si producevano ed esportavano lana, cotone, lino prodotti con moderne filande a vapore. Foggia e Bari fabbricavano presse olearie e macchine agricole di alto livello. La Sicilia produceva molta quantità di oli d’oliva,agrumi, vino, tonno e pesce salato e soprattutto per la esportazione internazionale di sale marino, salgemma e zolfo, considerato il petrolio di oggi perché utilizzato in molteplici impieghi e veniva esportato in Inghilterra (oltre il 40%) e il restante in America. La Campania era considerata la regione più industrializzata dell’Europa e produceva carta, vetro, il reale stabilimento di Pietrarsa, dove si producevano locomotive, carrozze ferroviarie e binari e i cantieri navali di Castellammare di Stabia, dove fu prodotto il primo battello a vapore in Europa, il Ferdinando II nel 1810, il primo ponte di ferro sospeso in Italia posato sul fiume Garigliano e Napoli fu la terza capitale Europea ad essere illuminata con lampade a gas nel 1855. L’Ateneo di Napoli era il più antico in Europa, istituito nel 1224 da Federico II (fonte “Risorgimento o rivolgimento? di Aurelio Vento). Ma dopo l’occupazione dei Savoia cominciò il disordine, Liborio Romano si rivolge ai camorristi, ai contrabbandieri per costituire la guardia cittadina e Pasquale Merolle arruolato da Garibaldi nel 1861 come prefetto, si rivolge ai camorristi Nicola Jossa e Nicola Capuano che furono dal questore Aveto promossi a delegati di Pubblica Sicurezza. Una circolare del 1862, voluta dal governo Sardo e indirizzata al prefetto Elia conteneva l’avviso della necessità di reprimere il contrabbando di sale e tabacco in terra d’Otranto e prevenire abusi e disordini che esso avrebbe potuto provocare, servendosi di carabinieri Reali e agenti di Pubblica Sicurezza. Questi agenti e carabinieri, eletti come abbiamo accennato sopra, venivano ricompensati con la riscossione delle contravvenzione in ragione di due terzi.
Voglio chiudere questo lavoro e ricordare una lapide del 30/luglio/1861 nel comune di Auletta nel salernitano.
Auletta 30 luglio 1861
145 anniversario
LA STRAGE DI AULETTA
Morirono da eroi
Dimenticati dalla storia
L’associazione
Auletta terra nostra
A ricordo pose
Auletta 30 luglio 2006
Questo massacro fu compiuto dall’esercito Italiano e da un contigente di bersaglieri affiancato da una squadra della legione ungherese contro una popolazione inerme: I militari si accanirono contro i cittadini di Auletta al mattino del 30 luglio uccidendo saccheggiando e bruciando.
Tra le 130 (centotrenta) vittime, vi fu il parroco Giuseppe Pucciarelli, mentre altri quattro religiosi furono pestati a sangue e costretti a inginocchiarsi davanti al tricolore Sabaudo nella piazza principale. Tante sono le cose da ricordare per giustificare il comportamento pacifico dei nostri primi liberatori, che si sono avvalsi del principio di Niccolò Machiavelli applicato alla lettere dalla nostra letteratura ipocrita e servile “il fine giustifica i mezzi”.

2 Commenti

  1. Ma queste ricostruzioni rancorose, riprese spesso alla lettera dalla pubblicistica borbonica, infarcite di errori di ogni tipo, dai più banali (William Ewart Gladstone diventa Ewarl Cladstone) ai più impegnativi(i dati sul commercio dello zolfo sono completamente sbagliati), a che servono, a chi servono ? Ringrazio la redazione per l’ospitalità, ma questo è l’ultimo commento che vi invio.

  2. Qui il vero pericolo è la Massoneria del ministro Savona, che vuole regalare l’Italia, indebitata fino al collo e sottomessa al potere vaticano, alla Russia di Putin, sottraendola alla protezione europea, che finora ha permesso che il nostro debito pubblico non si trasformasse in un default di tipo sudamericano.
    La democratizzazione del web, da una parte, è stata un fenomeno positivo, perché ha dato voce a tutti ma, dall’altra, molti non capisscono che questo prezioso strumento va usato con estrema cautela e parsimonia. Prima di parlare (a vanvera), bisogna sempre documentarsi.
    Questo governo non rappresenta affatto un’alternativa, ma dà la possibilità ad un partito di vecchi ladroni, che hanno offeso il meridione per anni, di ripresentarsi sulla ribalta del governo nazionale senza i loro tradizionale alleati, FI, nonostante si fossero presentati alle elezioni con loro e rappresentino il loro alleato naturale nelle elezioni regionali e locali in generale. Il movimento grillino raccoglie i consensi dalla maggior parte degli italiani onesti, che credono nel cambiamento, ma è pilotato da un oscuro personaggio, emulo di Zuckergerg da una parte e di Berlusconi dall’altra, che vuole imporre una dittatura mediatica nel paese.
    La questione di Auletta è interessante, ma richiede una grande preparazione storica per essere affrontata. A distanza di più di un secolo gli scenari sono completamente cambiati, per cui è giusto cominciare una revisione dell’analisi di quei fatti, ma prima di andare sul web è necessario documentarsi in biblioteca e farsi una salda preparazione sull’argomento.
    Altrimenti è preferibile parlare di calcio, argomento sul quale gli Italiani hanno una solidissima cultura, specialmente quando sono capaci di prevedere il risultato di una partita sull’esclusivo principio scientifico dell’inequivocabile vittoria della squadra di calcio per cui tifano.

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