La tentata estorsione a Russello, condanna per Nicastro: assolto il collaboratore Di Stefano

 
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Gela. “Da giovane ho sbagliato, ma la stidda non mi ha mai dato da mangiare. Per me, quelle persone sono morte”. Lo ha detto il trentaseienne Simone Nicastro davanti al collegio penale del tribunale che alla fine gli ha imposto la condanna a tre mesi di reclusione, in continuazione con una sentenza del 2015. Era accusato di aver tentato di mettere a posto, per conto proprio della stidda, l’imprenditore edile Fabrizio Russello, che ha seguito il procedimento solo come parte offesa, assistito dall’avvocato Giacomo Ventura. Per i pm della Dda di Caltanissetta, in aula con il magistrato Luigi Leghissa, Nicastro avrebbe preteso soldi dall’imprenditore, in quel periodo impegnato in un cantiere privato nei pressi del museo regionale. “Non gli ho chiesto soldi – ha continuato Nicastro – volevo parlargli solo per il lavoro. Ero disperato e con due bambini piccoli. La prima volta, neanche mi ha fatto presentare. La seconda, al cantiere, mi disse che era già con il personale al completo e mi mise in mano venti euro, che io non gli avevo chiesto”. Il pm Leghissa, al termine della requisitoria, ha sostenuto invece che Nicastro volesse mettere sotto estorsione l’imprenditore e ha chiesto la condanna a nove mesi, sempre in continuazione. Il difensore, l’avvocato Davide Limoncello, ha invece confermato che quello di Nicastro sarebbe stato solo un tentativo di ottenere lavoro, davanti alla necessità di portare avanti la famiglia. “Arrivò al punto di chiudersi dentro al Comune – ha spiegato il legale – per tentare di ottenere un’occupazione. Non è un atto che possa provare una sua caratura criminale”.

Il collegio presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Marica Marino e Silvia Passanisi, ha invece assolto il collaboratore di giustizia Roberto Di Stefano. Per gli inquirenti avrebbe tentato di intervenire, anche allo scopo di evitare contrasti tra la famiglia di cosa nostra e quella della stidda. Le accuse, però, non hanno retto e lo stesso pm della Dda ne ha chiesto l’assoluzione. Il legale, l’avvocato Vania Giamporcaro, ha confermato che Di Stefano non avrebbe mai minacciato l’imprenditore, pretendendo che desse seguito alle richieste di Nicastro.

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