L’accordo di programma al ribasso, i sindacati scrivono al governo: “25 milioni? Un’elemosina”

 
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Gela. Venticinque milioni di euro. Ieri, l’amministrazione comunale ha chiuso l’intesa per i fondi dell’accordo di programma, che dovrebbero servire a coprire finanziariamente i progetti selezionati da Invitalia nell’area di crisi complessa, a conclusione della call degli scorsi mesi. Una cifra addirittura inferiore ai trentadue milioni di euro delle compensazioni versati da Eni, in base al protocollo di intesa del 2014. Se è questa l’area di crisi complessa, che raggruppa ventiquattro comuni, allora le prospettive sono tutt’altro che rosee. I sindacati sono già sul piede di guerra. “L’accordo di programma, inseguito da due anni, doveva e deve essere vissuto quale strumento autorevole e concreto per ridisegnare il territorio attraverso investimenti veri, realizzabili in breve tempo, in grado di valorizzare le idee che tanti giovani hanno in testa e non trovando sostegno economico, cioè linee di credito agevolato dalle banche, non vengono realizzate spiegano i confederali della triade di Cgil, Cisl e Uil – pezzi della politica che hanno criticato per anni l’importo ottenuto dal sindacato sulle opere compensative, pari a trentadue milioni di euro finanziati da Eni, ora sottoscrivono accordi da 10 milioni di euro? Vogliamo pensare ad un grave errore, vogliamo sperare che l’incontro istituzionale di ieri sia stato solo interlocutorio perché siccome “nessuno è fesso” è ben chiaro a tutti i cittadini, agli attori economici, e dovrebbe essere ancora più chiaro a tutti i governi, che l’accordo di programma non si può ridurre al finanziamento di qualche capannone”.

I soldi della Regione già stanziati per le zone franche. Il punto debole è proprio l’apporto finanziario. Al momento, il governo ha garantito circa dieci milioni di euro da aggiungere ai quindici della Regione. Almeno questo emerge dalla missione istituzionale di ieri del sindaco Domenico Messinese e del suo vice Simone Siciliano. I soldi regionali, inoltre, saranno stornati da quelli previsti per le zone franche della legalità (già destinati anche a Gela). “Per ottenere dieci milioni di euro non c’era bisogno di attendere due anni, anche perché, è bene che l’opinione pubblica sappia, che quella somma era già destinata ai comuni in questione ed esattamente per la Zona franca della legalità. Sono state assegnate somme pari a cinquanta milioni di euro ed ora ne vengono stornati e sottratti dieci per l’accordo di programma, una sorta di gioco delle due carte – dicono ancora i confederali di Cgil, Cisl e Uil – emerge con tristezza e forza la questione meridionale, la politica del piattino e dell’elemosina, la stessa impostazione che ha visto l’impoverimento del sud e la contestuale fuga di migliaia di giovani e interi nuclei familiari. Non siamo qui a produrre polemiche ma ci opponiamo all’idea che nella stessa isola, la Sicilia, lo stesso ceto politico, possa finanziare un’area con 370 milioni di euro, cioè Termini Imerese, bene per gli abitanti ed i lavoratori termitani, e con qualche misero milione di euro un’altra area, tra l’altro più vasta che include ventiquattro comuni con ventiquattro storie economiche diverse e alternative fra loro. Termini Imerese doveva e deve aprire la pista ad un nuovo metodo per una rinnovata economia per i siciliani”. I segretari Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Maurizio Castania chiedono chiarezza davanti ad un’intesa che sembra il prologo di una sorta di fallimento istituzionale ed hanno già inviato una nota ufficiale al governo. “Abbiamo chiesto a gennaio un incontro con il governatore Nello Musumeci e ne ribadiamo l’urgenza – concludono – per questo motivo, ci appelliamo alla deputazione nazionale e regionale, nonché ai sindaci dei ventiquattro comuni e a tutte le forze economiche rappresentative. Fare fronte unico per evitare la legittimazione di un accordo di programma il cui unico programma è offendere i cittadini, perché la questione non è la firma ma cosa si firma e noi rivendichiamo un accordo di programma intelligente e di qualità”.

1 commento

  1. Questi 2 non sono cosa fanno sempre danno, Domenico e Simone ponete fine a questa pagliacciata dimettetevi fate un segno d’amore per la vostra città, se aspettate il consiglio comunale che vi sfiducia passeranno altri 10 anni non vi sfiduceranno mai gli piace lo stipendio da consigliere comunale, Ciao a tutti

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