L’accusa di errori in un intervento chirurgico, paziente gelese denunciò: medici assolti

 
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Gela. Un intervento chirurgico, contestato da un paziente gelese, che diversi anni fa venne sottoposto ad accertamenti, nel nosocomio di Niscemi. In base a quanto emerse dalle indagini, successive alla sua denuncia, ci sarebbe stato un trattamento sanitario per un sinus pilonidalis, piuttosto che per le ragadi anali, che invece erano state accertate. Il paziente gelese, un operaio, segnalò l’accaduto, ritenendosi leso. Per quei fatti, il giudice Miriam D’Amore, ha emesso una decisione di assoluzione nei confronti di medici e operatori, in quel periodo in servizio nella struttura ospedaliera niscemese. “Il fatto non sussiste” per Dario Schillaci, Franco Cori, Salvatore Evola e Salvatore Giarracca. I medici e un infermiere vennero indagati anche rispetto all’ipotesi di una presunta falsificazione di atti sanitari, legati proprio a quell’intervento chirurgico. Il paziente, rappresentato dall’avvocato Rocco Guarnaccia, si è costituito parte civile e il legale ha concluso per la condanna di tutti gli imputati e anche di Asp, nel giudizio come responsabile civile (con il legale Giacomo Butera). Il legale di parte civile ha confermato che la lesione patita dal paziente fu generata, anche se senza particolari conseguenze, da un’errata valutazione dei sanitari. Il pm Gesualda Perspicace, durante la sua requisitoria, ha ritenuto provate le responsabilità di tutti gli imputati, ognuno per il ruolo ricoperto nella vicenda del paziente gelese, operato per sinus e non per ragadi anali. Il pubblico ministero ha chiesto la condanna a nove mesi di reclusione per Schillaci e Cori e a sei mesi per Evola e Giarracca. Ha spiegato che ci sarebbero state responsabilità, per il mancato intervento sulle ragadi anali. I difensori, però, hanno illustrato una situazione del tutto differente, rifacendosi pure alle conclusioni dei periti della procura. Per la loro linea, non ci fu alcun errore medico ed è stata nettamente respinta l’accusa di aver ritoccato la documentazione sanitaria.

I difensori dei medici coinvolti hanno spiegato che quell’intervento chirurgico venne effettuato, rispettando quello che allora era il quadro clinico del paziente, senza alcun errore. Non fu un’operazione sbagliata, hanno confermato i legali di difesa. Nel corso del dibattimento, sono stati sentiti i consulenti della procura, che per i legali degli imputati hanno confermato l’assenza di anomalie. Il giudice D’Amore ha accolto le conclusioni difensive, prospettate dagli avvocati Raffaela Nastasi, Giuseppe D’Alessandro, Salvatore Pilloni e Concetta Di Pietro.

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