L’aggressione a colpi di catena e gli spari all’abitazione dei Liardo, “fatti gravissimi”

 
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Pm della procura e carabinieri hanno condotto l'indagine

Gela. Dissapori, ancora poco chiari, che gli inquirenti stanno comunque approfondendo. Lo scorso maggio, la rivalità interna ad un nucleo familiare è sfociata in due tentati omicidi. Prima, in via Bevilacqua, in pieno giorno, la vettura guidata dal quarantenne Crocifisso Di Gennaro, nel recente passato coinvolto in inchieste antimafia, ha letteralmente speronato lo scooter condotto da Benedetto Giuseppe Curva’. Finito a terra, Curva’ é stato poi colpito, con una catena di ferro, pare proprio da Di Gennaro, spalleggiato da un minore, a sua volta indagato dai pm della procura minorile di Caltanissetta. Poche ore dopo, come hanno spiegato il procuratore capo Fernando Asaro e il pm Federica Scuderi, Curva’ ha cercato di farsi giustizia da sé. Con una pistola ha sparato contro un’abitazione, in via Annibal Caro, sempre in pieno giorno. È stato preso di mira l’immobile della famiglia Liardo, parenti della consorte di Curva’. Uno dei proiettili, infrangendosi contro una finestra, ha rischiato di colpire una giovane, sorella del minore che era con Di Gennaro, e figlia di Nicola Liardo (a sua volta detenuto anche per l’omicidio Sequino), come è stato confermato in conferenza stampa dai pm e dai carabinieri. Solo diverse ore dopo, il fatto è stato segnalato ai carabinieri, che intanto già seguivano la pista dei fatti di via Bevilacqua. “Fatti gravissimi, si spara di giorno e sulla pubblica via”, ha detto il procuratore Asaro. “Siamo riusciti, in poco tempo, a ricostruire i fatti, grazie all’attività del nucleo operativo dei carabinieri – hanno proseguito i magistrati – e alcune immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza privat”.

Di Gennaro e Curva’ sono stati arrestati e sono detenuti in carcere. Ci sono anche altri due indagati, a piede libero, che avrebbero cercato di evitare che la giovane che era nell’abitazione di via Annibal Caro potesse indicare quello che era accaduto. Sono accusati di ostacolo alla giustizia. Gli arresti sono arrivati dopo un’attività investigativa complessa, condotta dai carabinieri del nucleo operativo, portato avanti dal tenente Danilo Landolfi, coordinati dal colonnello Ivan Boracchia. Il nuovo comandante provinciale dei carabinieri Vincenzo Pascale ha parlato di un’attività molto importante condotta dai militari dell’arma.

 

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