Lancio del terzo satellite del Muos, gli attivisti si appellano per nuove lotte

 
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Niscemi. In attesa di conoscere la sentenza del Tar sulla legittimità delle autorizzazioni alla costruzione del Muos ieri è avvenuto il lancio del terzo satellite, dei cinque previsti, della costellazione Muos.

Il progetto ha attualmente più di 5 anni di ritardi dovuti a problemi ingegneristici e all’opposizione degli attivisti No Muos. Già il 6 ottobre 2012 il cantiere fu sequestrato su richiesta del Pm di Caltagirone ma fu prontamente dissequestrato su ricorso del Ministero della Difesa, ovviamente italiano. Le autorizzazioni furono prima sospese e poi revocate dalla regione Sicilia, ma i lavori di completamento dell’opera non si sono mai veramente fermati.
Durante la revoca, infatti, furono proprio gli attivisti No Muos, mamme, studenti e cittadini di ogni parte della Sicilia a far rispettare lo stop imposto al cantiere attraverso la pratica dei blocchi stradali, pesantemente sanzionata dal prefetto Valente, lo stesso che secondo alcune mail trafugate dagli hacker di Anonymous, rassicurava il Ministero della Difesa e gli Usa sulla continuazione dei lavori nel cantiere. “La “legalità”, con cui molti parlamentari e politici continuano a riempirsi la bocca – scrive il comitato No Muos – fu dunque imposta a caro prezzo, compresi arresti e denunce, da parte degli attivisti”.

“Ancora una volta, con il lancio del satellite, assistiamo a un ulteriore atto di disprezzo da parte degli Usa per i cittadini siciliani e per le istituzioni italiane. In attesa della sentenza del Tar, che potrebbe ribaltare la situazione giudicando illegittime le autorizzazioni e l’opera stessa, gli Stati Uniti continuano nei loro progetti di morte incuranti delle decisioni dei tribunali italiani, della volontà dei cittadini e del parere degli esperti. Dei politici paladini della “legalità” non si vede neppure l’ombra e, nella migliore delle ipotesi, se parlano di Muos, lo fanno solo per puntare il dito contro i “cattivi” attivisti, rei di difendere la pace, la salute e il proprio territorio attraverso l’ormai consolidata pratica delle azioni dirette”.

“Lanciamo un appello a tutti coloro hanno a cuore questa terra, la salute di chi ci vive, il diritto dei popoli a vivere in pace, a tornare nelle strade, ai cancelli, davanti i luoghi di potere per gridare ancora più forte la ferma opposizione al Muos e alle installazioni militari. Perché la “legalità” è un’arma che vale solo per I più forti, una velleità di chi intende far valere i propri interessi sui territori e sulle popolazioni. Serve ancora ribadirlo? Il Muos non è ancora attivo, e faremo di tutto affinché non lo sia mai. Bloccarlo dipende ancora una volta da noi, dalla partecipazione in prima persona”.

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