L’appello di una mamma: “Fatemi portare un fiore sulla lapide di mia figlia”

 
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Gela. L’immagine simbolo è forse quella di alcuni fiori attaccati al cancello del cimitero monumentale. Tra le restrizioni anti Covid rientrano le chiusure dei cimiteri cittadini. Una sofferenza per i familiari che non possono neanche portare un fiore sulla lapide dei loro cari. I sindaci hanno dovuto attenersi alle imposizioni governative ed al Comune spetta mantenere il decoro interno ma l’accesso ai visitatori rimane interdetto.

Abbiamo raccolto l’appello di una giovane madre, che ha voluto esternare il proprio dolore in una lettera in redazione.

“Sono stanca di questa situazione – scrive – ma veramente il cimitero è considerato un luogo di assembramento? Io non ne ho mai visto di gente lì per fare jogging o passeggiare se non nelle ricorrenze. Mi chiedo quindi cosa sia stia per riaprirlo. Per una mamma lacerata dal dolore come me il cimitero è l’unico filo conduttore con la mia bambina, l’unico luogo dove posso starle accanto anche guardando una fredda lapide perché so che lì c è la mia piccola.

Stavo lì intere giornate a raccontarle tutte e a farle ascoltare le sue canzoni preferite, e ora? Mi hanno privato pure di questo. Come me credo tanti genitori, figli, fratelli, mogli, mariti provano la stessa sofferenza. Sono sicuro che chiunque adotterà le dovute precauzioni. Ho bisogno di portarle dei fiori, di ripulire quel posto che è la sua casa”.

Come darle torto?

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