L’arte del giovane Enigma: “Grido alla società il malessere della stessa”

 
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Gela. L’arte come salvezza, come valvola di sfogo di una giovane anima appena ventunenne che attraverso l’arte ha trovato una propria identità e via d’uscita da un’infanzia combattuta.

È il percorso intrapreso da Renato Belluccia, in arte Enigma, giovane artista gelese e studente all’Istituto Europeo di Design di Torino, che in poco tempo è riuscito a ritagliarsi spazio e credibilità tra gli artisti siciliani e non solo. Dopo il diploma di “Maestro d’Arte, Belluccia ha partecipato al progetto “Oncoibla” donando, insieme alla sua scuola, una sua opera per il nuovo reparto di Oncologia dell’Ospedale “Arezzo” di Ragusa. Consensi ottenuti anche con la partecipazione alla Mostra Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea “SiciliArte”. “Ho una grande voglia di esprimermi e sentirmi libero. Grido alla società il malessere della stessa per far sì che essa prenda coscienza di ciò che siamo e cosa facciamo per renderla estrema e invivibile”. Un amore smisurato per le proprie radici ma anche critica come nell’opera “Uomo apparenza” che definisce la “corsa all’essere e non di essere” che spesso accompagna i gelesi. Una sperimentazione continua quella di “Enigma”. Un rapporto “corpo-spazio-mente” che sfocia in opere e creazioni che scavano nell’animo umano.

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