L’Atletico spera nel ripescaggio mentre fa discutere il giallo Di Somma

 
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Gela. Giovanni Di Somma non era domenica a Scordia per la semifinale play off. Non si è presentato, lasciando la squadra sola ad affrontare l’impegno più importante della stagione. Una cosa mai vista, neanche nei campi di Terza categoria.

L’allenatore-giocatore ufficialmente era impegnato a Licata, città dove risiede, per un “impegno familiare”. Venerdì lo aveva comunicato alla società, dicendo soltanto che sarebbe partito domenica un po’ in ritardo rispetto ai compagni di squadra. A Scordia però Di Somma non è mai arrivato. I dirigenti hanno provato a contattarlo sino ad un’ora prima della partita, mentre i giocatori facevano riscaldamento. Il palermitano ha ribadito che sarebbe arrivato con un leggero ritardo. Al Bentini di Scordia non l’ha visto nessuno. Ed allora Salvatore Di Stefano e Marco Cammarata si sono presi carico di dirigere la squadra, abbandonata dal suo capitano in maniera inspiegabile. L’Atletico ha perso in un solo colpo un giocatore importante ed il proprio allenatore. Con le conseguenze immaginabili. Giocatori nervosi e smarriti, che per tutta la settimana avevano preparato la partita in un certo modo, salvo poi non vedere in panchina il proprio comandante.
Brutto episodio, che ha amareggiato la dirigenza giallorossa e tutti i giocatori, che mai si sarebbero aspettati un finale del genere. Non è neanche una questione di soldi. Di Somma ha ricevuto i rimborsi spesa. Ed allora cosa è successo? L’attaccante ha dichiarato che aveva giòà detto lo spareggio di Rosolini di avere un impegno. Si è detto dispiaciuto ed ha negato altri sospetti. La cosa non convince affatto. Gela vuole ripartire dall’Eccellenza e Di Somma ci ha messo del suo affinchè questo passaggio si complicasse. Se Di Somma voleva iniziare la carriera di allenatore sicuramente ha iniziato nel modo peggiore. 

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