L’automobile di un poliziotto fu incendiata, due a processo: sono accusati del rogo

 
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Gela. L’incendio della vettura di un poliziotto, in servizio in città, sarebbe stato appositamente commissionato, forse anche per vicende e contrasti personali. Aspetti che verranno approfonditi nel corso del dibattimento, che verrà condotto davanti al giudice Martina Scuderoni. Sono due gli imputati, compreso uno dei coinvolti nel blitz antimafia “Stella cadente” (ritenuto il possibile esecutore materiale). L’ordine di dare alle fiamme la Bmw dell’agente, incendiata a Niscemi, dove vive, sarebbe partito dal titolare di un’azienda. L’imprenditore, difeso dall’avvocato Tommaso Vespo, anche in fase di indagine, ha respinto ogni addebito, spiegando tra le altre cose che in quel periodo non si trovava in città.

I sospetti degli investigatori sarebbero maturati perché nelle stesse ore del rogo, il presunto incendiario (difeso dal legale Davide Limoncello) pare fosse nella stessa zona. Per entrambi c’era già stato il rinvio a giudizio. In aula, verranno sentiti i primi testimoni.

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