Lavori al palo nell’indotto Eni, gli operai di Sudelettra nei cantieri all’estero: scongiurata la mobilità

 
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Gela. Commesse di lavoro sempre più limitate tra gli impianti della raffineria Eni di contrada Piana del Signore. I cantieri in Francia e Arabia Saudita. Così, pur bloccando la procedura di mobilità avviata alla fine dello scorso anno, i manager dell’azienda Sudelettra hanno optato per una serie di trasferte che garantiranno ai loro operai occupazione almeno per un anno. I lavoratori della società, da anni impegnata nell’indotto della fabbrica Eni, sono in procinto di raggiungere i cantieri in Francia, appena avviati dall’azienda. Altra tappa sarà l’Arabia Saudita, dove la società è riuscita ad acquisire ulteriori commesse di lavoro. I primi venti dipendenti hanno già raggiunto la sede francese. L’intesa è stata conclusa con i segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm che fin dal primo momento si sono opposti all’eventuale mobilità. In bilico, c’erano una quarantina di posti di lavoro su un totale di circa sessanta dipendenti. Non a caso, i lavoratori hanno partecipato alla mobilitazione di tutto l’indotto, riesplosa nelle scorse settimane. Così, tra i cantieri all’estero e quelli per conto di Eni ed Enimed, i manager di Sudelettra dovrebbero mettere da parte qualsiasi ipotesi di taglio, così come più volte chiesto dai segretari Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese.

La cartella esattoriale da sette milioni di euro. Intanto, una cartella esattoriale da circa sette milioni di euro sarebbe già stata notificata ai titolari di un’altra azienda in difficoltà dell’indotto Eni. Un fardello che rischia di mettere definitivamente in crisi un gruppo già fermo da diversi mesi.

 

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