Lavori base gas Eni fermi, manca proroga Via: depositata interrogazione a Di Maio e Costa

 
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L'interrogazione di Faraone è rivolta a Di Maio e Costa

Gela. Senza la proroga della Via, i cantieri della base gas del progetto “Argo-Cassiopea” sono destinati a saltare. Dopo l’incontro avuto con le organizzazioni sindacali, anche i manager di Enimed l’hanno ammesso. Serve uno sblocco immediato di una procedura strettamente burocratica, dato che per la costruzione della base a terra la multinazionale ha già ottenuto tutte le autorizzazioni. Nuovi ritardi rischiano seriamente di condurre alla rinuncia all’investimento, che è la parte più consistente di quanto messo nero su bianco con il protocollo di intesa di cinque anni fa. Come aveva già annunciato il segretario cittadino del Pd Peppe Di Cristina, arriva il deposito dell’interrogazione firmata dal senatore Davide Faraone, segretario regionale del partito. Si rivolge direttamente al vicepremier Luigi Di Maio e al ministro all’ambiente Sergio Costa. Il parlamentare chiede nello specifico “quali iniziative il governo intende adottare al fine di definire al più presto le procedure in corso e garantire ai lavoratori dell’indotto un percorso tendente al mantenimento dei livelli occupazionali, all’interno dei nuovi insediamenti che saranno attivati, anche attraverso politiche del lavoro tendenti ad avviare un piano di riqualificazione del personale, e dare piena attuazione all’Accordo di programma”. I dem lanceranno la stessa interrogazione all’Ars, con il deputato Giuseppe Arancio e gli altri parlamentari del gruppo. Sono convinti, come del resto hanno più volte spiegato i sindacati, che senza l’avvio dei cantieri della base gas, non sarà possibile ricollocare il personale dell’indotto di Eni, che si avvia a concludere i lavori della nuova green refinery.

“Il lavoro della green verrà ultimato entro fine luglio – si legge nell’interrogazione – e se non dovessero partire i lavori di “Argo-Cassiopea”, circa mille operai dell’indotto perderanno il lavoro”. Il Pd locale cerca di ripartire dalle vicende di Eni, che nel 2015 ne decretarono la prima plateale sconfitta elettorale, con l’allora sindaco uscente Angelo Fasulo, firmatario del protocollo d’intesa per la riconversione della raffineria.

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