Le accuse contro la nuova stidda, pesanti condanne per Carmelo Curvà ed Ettore Nobile

 
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Gela. Nove anni e quattro mesi di reclusione per il trentasettenne Carmelo Curvà e nove anni al ventisettenne Ettore Nobile.

La nuova stidda. Il collegio penale del tribunale presieduto dal giudice Paolo Fiore, affiancato dalle colleghe Ersilia Guzzetta e Silvia Passanisi, ha emesso il verdetto a conclusione del dibattimento scaturito dal blitz “Agorà” contro la nuova stidda che sarebbe stata capeggiata dal presunto boss Emanuele Palazzo. I magistrati della Dda di Caltanissetta ritennero i due imputati parte integrante del gruppo che aveva come punto logistico di riferimento la centralissima piazza San Francesco. Le richieste dei pm erano state anche più pesanti: quindici anni per Curvà e dieci per Nobile. Il gruppo degli stiddari, in base alle accuse, avrebbe avuto un ruolo anche in una serie di estorsioni e danneggiamenti ai danni di attività e cantieri avviati in città.

Le difese hanno contestato le accuse. “Dagli elementi emersi in dibattimento – ha spiegato l’avvocato Flavio Sinatra difensore di Ettore Nobile – non emerge alcun ruolo del mio assistito. Le intercettazioni ambientali, inoltre, sono del tutto incomprensibili”. Una linea seguita anche dall’altro difensore, l’avvocato Nicoletta Cauchi. “Curvà ha sicuramente precedenti di un certo spessore – ha detto davanti alla corte – ma è sempre stato segnalato come soggetto socialmente pericoloso per le sue frequentazioni con persone ritenute dagli inquirenti vicine al gruppo Emmanuello di cosa nostra. Adesso, invece, lo si accusa di far parte della stidda senza avere dei riferimenti chiari e incontestabili. L’unico elemento di collegamento tra i due imputati è la conoscenza di Emanuele Palazzo”. Il collegio, però, ha deciso per la condanna, imponendo ad entrambi la misura della libertà vigilata per un anno.

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