Disastro ambientale, “tutti rinviati a giudizio”: chiesto il processo per i manager Eni

 
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Gela. Vanno tutti rinviati a giudizio. A chiederlo, davanti al giudice dell’udienza preliminare Paolo Fiore, è stata il pubblico ministero Federica Scuderi. Per i pm della procura, infatti, reggono le pesanti accuse contestate a ventidue imputati, tutti manager e tecnici delle società del gruppo Eni presenti in città. Tra le contestazioni principali, scaturite da una lunga indagine, c’è quella di disastro ambientale innominato. Le attività condotte dalle aziende della multinazionale avrebbero inciso sulla tenuta ambientale dell’intera area e sulla salute di tanti cittadini. Gli investigatori, avvalendosi soprattutto delle diverse indagini delegate ai militari della capitaneria di porto, avrebbero acquisito elementi tali da giungere all’ipotesi d’accusa di disastro ambientale. Davanti al gup, ci sono Giuseppe Ricci, Battista Grosso, Bernardo Casa, Pietro Caciuffo, Pietro Guarneri, Paolo Giraudi, Lorenzo Fiorillo, Antonino Galletta, Renato Maroli, Massimo Barbieri, Luca Pardo, Alfredo Barbaro, Settimio Guarrata, Michele Viglianisi, Rosario Orlando, Salvatore Losardo, Arturo Anania, Massimo Pessina, Enzo La Ferrera, Marcello Tarantino, Gaetano Golisano ed Emanuele Caiola.

Cittadini, istituzioni e associazioni sono parti civili. La richiesta di rinvio a giudizio è stata formulata anche dai legali delle parti civili. Sono già state ammesse, infatti, le costituzioni del Comune, con l’avvocato Dionisio Nastasi che ha ricevuto mandato dal sindaco Domenico Messinese e dalla sua giunta, della Regione e del Ministero dell’Ambiente, in giudizio con l’avvocato Giuseppe Laspina. Parti civili sono le associazioni ambientaliste Aria Nuova e Amici della Terra, con i legali Joseph Donegani, Antonino Ficarra e Salvo Macrì, l’Osservatorio nazionale amianto, con gli avvocati Davide Ancona e Lucio Greco, diversi proprietari terrieri che avrebbero risentito negativamente proprio delle emissioni della fabbrica di contrada Piana del Signore e delle attività realizzate fuori dal sito della multinazionale. Costituita è anche la moglie di un ex lavoratore della raffineria, deceduto negli scorsi anni. La donna ha avanzato la richiesta per il tramite dei legali Joseph Donegani ed Emanuele Maganuco. Così come in giudizio altri lavoratori e operatori agricoli locali sono rappresentati dai legali Giuseppe Panebianco, Nicoletta Cauchi, Claudio Cricchio, Emanuele Maganuco, Tommaso Vespo, Enrico Aliotta, Giovanna Cassarà e Laura Cannizzaro.

I difensori contro le richieste. Le accuse, invece, sono state contestate dai legali degli imputati che mettono in discussione la possibilità di collegare gli eventuali danni causati dalle attività industriali con i ruoli aziendali ricoperti dai loro assistiti. Non a caso, è stata prodotta ulteriore documentazione. I difensori di tutti gli imputati, che chiedono un verdetto favorevole di non luogo a procedere, concluderanno le loro discussioni a fine febbraio.

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