Le “bacchettate” della Corte dei conti, i debiti fuori bilancio e i costi che lievitano: passerà l’aumento Tari?

 
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Gela. I dati ballano, come al solito, soprattutto quando si tratta di rifiuti.

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Numeri…contro. Il sindaco Domenico Messinese e il suo vice Simone Siciliano, nelle scorse ore, hanno presentato dati e cifre, in attesa di arrivare in consiglio comunale, dove tenteranno di far passare tariffe Tari rafforzate rispetto al passato. L’aumento lo considerano quasi fisiologico, dato che il costo complessivo del servizio si aggira intorno ai dieci milioni di euro, davanti ad un Piano economico finanziario fermo a circa sette milioni di euro e le bacchettate arrivate dai giudici della Corte dei Conti che hanno più volte bocciato le ricette gestionali della giunta, almeno in tema di rifiuti. Una cosa è certa, in aula la giunta non avrà vita facile. Senza accordo politico, difficilmente troveranno un drappello di consiglieri, pronti ad immolarsi sull’altare dell’aumento della Tari.
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I grillini dicono no. “Ci vuole subito la gara – spiega il capogruppo del Movimento cinque stelle Simone Morgana – noi, di certo, non voteremo la Tari aumentata, senza gara e con proroghe continue. In base ai dati, il costo complessivo del servizio dovrebbe essere di sette milioni di euro, no c’è altro da dire”. Sindaco e vice, invece, hanno preannunciato la prossima gara d’appalto, scaricando comunque il grosso del lavoro sia sulla Srr4 sia sull’Urega, ribadendo che la meta del sessantacinque per cento di raccolta differenziata sarebbe praticamente ad un passo, anche se i dati ufficiali di Ispra, per il 2006, non vanno oltre il 28,53%. Nel nuovo capitolato d’appalto, dovrebbero sparire i servizi extracontrattuali e, stando a sindaco e vice, tutto questo dovrebbe contribuire a calmierare i costi. Intanto, a tariffa Tari ferma al 2014 e con un costo del servizio lievitato fino a dieci milioni di euro all’anno, spopolano i debiti fuori bilancio. In aula, già si preparano le trincee.

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