Le camere coke al porto rifugio, entro giugno vanno rimosse: “Altrimenti ci saranno le denunce”

 
0

Gela. “Il termine ultimo stabilito nella proroga rilasciata dagli uffici regionali scade a giugno”. Parere negativo all’ultima proroga. Per il comandante della capitaneria di porto Pietro Carosia non sono più ammissibili slittamenti. Le due camere coke “parcheggiate” da circa tre anni nell’area del porto rifugio vanno rimosse. “Per quanto mi compete – dice – giugno sarà il termine ultimo. Eni deve provvedere a rimuovere le camere a coke entro quella scadenza”. Le camere, almeno secondo gli originari progetti, sarebbero dovute arrivare all’interno della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. La riconversione a green della raffineria, però, ha fatto cambiare i progetti. Così, da circa tre anni riamangono a ridosso del porto rifugio, praticamente affacciate su un tratto del lungomare Federico II di Svevia. “La proroga è stata rilasciata dai funzionari della regione che si occupano di gestire il demanio – continua il comandante – per quanto mi riguarda, avevo già rilasciato un parere tecnico negativo. Adesso, attendiamo giugno. Credo, comunque, che Eni rispetterà le prescrizioni”.

“In caso d’inosservanza partiranno le denunce”. Di certo, le due camere a coke non sono più necessarie tra gli impianti della raffineria. Il gruppo Eni potrebbe trasferirle in altri siti: c’è in ballo l’ipotesi di un eventuale spostamento a Taranto. Vennero fatte arrivare via mare, tanto da rendere necessario un intervento di escavazione dei fondali, dato il pericolo che le navi utilizzate per il trasporto potessero insabbiarsi appena entrate nell’area del porto rifugio. Adesso, però, il timore riguarda anche l’incolumità pubblica. Si tratta di enormi camere collocate praticamente a ridosso dei natanti e di alcuni capannoni aziendali. Negli scorsi mesi, al momento dell’insediamento della nuova giunta comunale, l’assessore Francesco Salinitro chiese lumi direttamente ai manager Eni proprio con l’obiettivo di acquisire informazioni e ottenere la rimozione delle due camere. A questo punto, sarà necessario capire se il gruppo Eni rispetterà le scadenze fissate nella nuova proroga rilasciata dai funzionari della regione. “Se tutto ciò non dovesse capitare – conferma lo stesso comandante Pietro Carosia – allora, mi vedrò costretto a sporgere formale denuncia contro gli eventuali responsabili”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here