Le campagne controllate dai Trubia, gli indagati si difendono: chiesta la revoca delle misure di custodia

 
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Gela. Non ci sarebbero elementi d’accusa tali per giustificare le misure cautelari imposte a diversi degli indagati nel blitz antimafia “Redivivi”. La revoca delle misure di custodia cautelare. Così, sono iniziati i giudizi di riesame chiesti dai difensori di tutti i coinvolti nella maxi operazione coordinata dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta ed eseguita dai poliziotti del commissariato di via Zucchetto e da quelli della mobile di Caltanissetta. Non a caso, i primi legali arrivati davanti ai magistrati del tribunale della libertà di Caltanissetta hanno chiesto la revoca delle misure di custodia imposte ai loro assistiti. Lo hanno fatto gli avvocati Giovanni Cannizzaro e Nicoletta Cauchi. I magistrati nisseni, infatti, hanno valutato le posizioni di Davide Trubia, Rosario Trubia, Pasquale Lino Trubia, Francesco Giovane, Rosario Caruso, Fabio Crisci e Cristofer Tasca. Tutti negano le accuse, escludendo di aver mai fatto parte di un gruppo criminale capeggiato proprio dalla famiglia Trubia. Già in fase d’interrogatorio di garanzia ammisero di lavorare nel settore della raccolta della plastica ma utilizzando tutte le necessarie autorizzazioni. Non ci sarebbero state, quindi, né minacce ai danni di possibili concorrenti né atti intimidatori. Alcuni degli indagati, inoltre, hanno ribadito di essere titolari di aziende e di non aver mai condotto, in maniera esclusiva, attività tra le serre e i poderi delle contrade finite al centro dell’inchiesta. Adesso, si attendono i primi verdetti dei magistrati nisseni.

Toccherà anche agli altri indagati. Nei prossimi giorni, toccherà anche ai legali di altri indagati. Martedì, tra gli altri, verrà ascoltato l’avvocato Grazio Ferrara per conto di Emanuele Rolla. Nel pool di difesa, ci sono anche gli avvocati Flavio Sinatra, Salvo Macrì, Cristina Alfieri e  Annarita Lorefice.

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