Le corse clandestine di cavalli sulla 117 bis, i pm ennesi confermano le accuse: dal gip i gelesi arrestati si sono difesi

 
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Gela. I magistrati della procura di Enna hanno chiesto la conferma di tutti i provvedimenti di custodia cautelare emessi a conclusione dell’indagine “Bucefalo”.


Gli indagati si sono difesi. Per i pm ennesi, infatti, sarebbe stata scoperta una vera e propria organizzazione attiva nella gestione delle corse clandestine di cavalli. I poliziotti della mobile di Enna e quelli dei commissariati di Niscemi, Leonforte e Nicosia, insieme ai finanzieri ennesi, domenica mattina sono interventi lungo un tratto della strada statale 117 bis, tra Gela e Piazza Armerina, dove si stava tenendo una presunta gara clandestina, con tanto di puntate in denaro. Gli arrestati, in totale otto, si sono però difesi. Davanti al giudice delle indagini preliminari, hanno escluso che quanto accaduto domenica riguardasse una gara illegale. Si sarebbe trattato, invece, di un semplice allenamento con un cavallo che andava testato dopo un infortunio, risalente ai mesi scorsi. Una ricostruzione sostenuta anche dai quattro gelesi finiti in manette e, adesso, agli arresti domiciliari. Si tratta dei fratelli Salvatore ed Emanuele Puccio, di Giuseppe Emmanuello e Rosario Cassarino. Tutti gli otto arrestati, ai quali si aggiungono altri tredici denunciati a piede libero, sono difesi dagli avvocati Francesco Alberghina, Francesco Villardita e Pia Giardinelli che si sono opposti ai provvedimenti di custodia cautelare. Nelle prossime ore, il gip dovrebbe emettere le prime decisioni. Gli investigatori avrebbero utilizzato anche alcune intercettazioni telefoniche per cercare di tracciare i contorni della presunta organizzazione delle corse illegali.

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