Le estorsioni dei Rinzivillo a Roma, parte il giudizio d’appello: esercenti taglieggiati

 
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Gela. In aula, si tornerà a marzo per le richieste della procura generale. Si è aperto, davanti alla Corte d’appello di Roma, il giudizio di secondo grado successivo alle pesanti condanne emesse lo scorso anno dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale capitolino contro presunti affiliati al clan Rinzivillo, adesso in mano al boss cinquantanovenne Salvatore Rinzivillo. Sono stati coinvolti nel filone d’indagine ribattezzato “Druso”. Gli imputati sono tutti accusati di aver avuto un ruolo in alcune estorsioni organizzate ai danni di esercenti della capitale e di comuni limitrofi. Nel mirino, sarebbero finite le titolari di un’azienda impegnata nell’ingrosso di ortofrutta e il gestore di un locale nel centro di Roma. In base alle indagini, l’intenzione sarebbe stata anche quella di favorire aziende vicine alla famiglia. In primo grado, al termine del giudizio abbreviato, il giudice dell’udienza preliminare Annalisa Marzano ha condannato a quindici anni e dieci mesi di reclusione lo stesso Salvatore Rinzivillo, a sette anni e otto mesi Paolo Rosa, tre anni e otto mesi per Giovanni Ventura, sei anni e otto mesi ad Angelo Golino, quattro anni e due mesi a Rosario Cattuto, quattro anni e sei mesi a Cristiano Petrone, uno dei carabinieri che si sarebbe messo a servizio di Rinzivillo, garantendogli l’accesso ad informazioni riservate. L’unica assoluzione, il gup l’ha disposta nei confronti di Francesco Maiorano.

Le difese hanno impugnato quel verdetto. Nella sentenza di primo grado, dopo l’ammissione come parte civile, è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni in favore della Fai e dell’associazione antiracket “Gaetano Giordano”, rappresentate dall’avvocato Giuseppe Panebianco. Analogo diritto al risarcimento è stato riconosciuto agli imprenditori taglieggiati dai gelesi. Sono stati rinviati a giudizio, invece, Santo Valenti, Danilo Cellanetti, Salvatore Iacona, Marco Mondini, Ettore Spampinato, Biagio Ehrler e Arianna Ursini. Nei loro confronti, è partito il dibattimento davanti ai giudici del tribunale di Roma. Tutti gli imputati coinvolti nel filone “Druso” sono difesi dagli avvocati Roberto Afeltra, Luigi Cinquerrui, Flavio Sinatra, Chiara Porta Crozon, Romolo Reboa, Giovanna Cassarà, Riccardo Balsamo, Lanfranco Cugini, Gabriele Valentini, Mirko Maniglia, Andrea Thau, Mauro Capone, Maria Concetta Marzo, Fabio Saranderea, Michele D’Urso, Barbara Fulgenzi, Corrado Pascal, Domenico Mariani e Pierfrancesco Bruno.

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