Le fiamme appiccate ad un caseificio, niente riscontri dei Ris: ridimensionate le accuse ai due indagati

 
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Gela. Non è stato possibile effettuare gli accertamenti richiesti ai carabinieri del Ris di Messina. L’incendio all’attività commerciale. Appaiono sempre più labili le accuse mosse contro due giovani, dai pm della procura ritenuti responsabili dell’incendio appiccato all’ingresso di un caseificio, nella zona di Scavone. Le fiamme all’attività commerciale divamparono nel novembre di due anni fa, causando danni alle saracinesche e al laboratorio. Gli accertamenti sarebbero dovuti servire ad individuare impronte o altri riferimenti che potessero condurre agli indagati. In realtà, nel corso dell’incidente probatorio, è emerso come i reperti fossero già stati trattati, rendendo praticamente inutile ogni altra verifica. I difensori degli indagati, gli avvocati Flavio Sinatra e Filippo Spina, hanno ribadito l’impossibilità di acquisire elementi che possano essere utili al proseguo delle indagini. A questo punto, in assenza di riscontri concreti, si potrebbe andare verso l’archiviazione.

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