Le mafie sporcano l’economia legale, Cgil si schiera: “Parte civile nel processo alla stidda”

 
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Tra i relatori il giornalista ragusano Paolo Borrometi

Gela. Lavoro nero, crisi occupazionale e il costante pericolo di infiltrazioni mafiose sono stati al centro dell’incontro organizzato dalla Cgil al Liceo Classico Eschilo. Sul palco hanno dibattuto i vertici regionali e nazionali del sindacato, il Prefetto di Caltanissetta Cosima Di Stani, il giudice Giovambattista Tona, il Procuratore Fernando Asaro e il giornalista Paolo Borrometi, che dal 2014 vive sotto scorta per aver denunciato gli affari sporchi della mafia ipparina. “La Cgil sarà parte civile nei processo contro la Stidda”, si è aperto così, con le parole del segretario generale Alfio Mannino il convegno su legalità e lavoro organizzato dal sindacato in città, per puntare i fari sulla crisi occupazionale che sforna disoccupati che spesso finiscono per rinforzare le fila della criminalità organizzata e sul lavoro nero, sempre più diffuso nel territorio. Tra gli interventi anche quello del Prefetto di Caltanissetta Cosima Di Stani e del Procuratore Capo Fernando Asaro che hanno sottolineato l’importanza della presenza dello Stato per garantire che il binomio legalità e lavoro possa sempre andare di pari passo.

Sulla necessità di mantenere la guardia alta attraverso i controlli è intervenuto Luciano Silvestri, responsabile nazionale Legalità e Sicurezza. Sul palco dell’Eschilo anche il giornalista Paolo Borrometi, che dal 2014 vive sotto scorta per aver denunciato gli affari sporchi della mafia ipparina. Di aziende sequestrate e di lavoro nero ha anche parlato il segretario generale della Cgil Ignazio Giudice, che ha rilanciato la vertenza “Gela si sblocca”.

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