Le mani della Stidda su Gela, maxi retata nella notte con quasi 30 arresti

 
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Gela. Un intero nucleo familiare finito sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati della direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta e degli agenti della mobile nissena, coadiuvati da quelli di Asti e Pavia.

Le manette, infatti, sono scattate ai polsi dei principali esponenti del gruppo Alferi: stando agli investigatori, ancora strettamente controllato da Giuseppe, recluso a Catanzaro. Un’indagine lunga, quella denominata Inferis: che ha consentito di ricostruire una lunga scia di attentati, furti e rapine. Gli Alferi, ancora vicini a cosa nostra, volevano imporre il loro potere in città. Per questa ragione, avrebbero cercato di espandersi in ogni settore: arrivando, addirittura, a controllare il mercato estivo delle angurie. Anche la frutta, insomma, doveva essere venduta al prezzo stabilito da Giuseppe Alferi e dai suoi sodali. Nonostante la reclusione, l’uomo, con diversi precedenti penali alle spalle, era ancora in grado di gestire tanti affari. Ad aiutarlo, le donne dell’organizzazione. Il contenuto di diversi colloqui in carcere avuti dal capo con Maria Azzarelli, ritenuta la sua amante, è finito nei faldoni d’indagine. Sarebbe stata la quarantacinquenne ad occuparsi di far pervenire gli ordini di Alferi agli altri componenti del gruppo. Chi non si adeguava era destinato a pagare: una legge imposta a commercianti ed imprenditori ma anche a uomini fedeli. Le indagini, infatti, sono state favorite dalle dichiarazioni rese dal neo collaboratore di giustizia Emanuele Cascino. Il figlioccio di Giuseppe Alferi, infatti, ha scelto di non seguire più le orme del capo. Così, ha iniziato a parlare con i magistrati che lo avevano già arrestato diverse volte. Una scelta, la sua, non indolore. Diversi avvertimenti sono stati recapitati alla famiglia del trentaduenne: talmente fedele ai dettami impartiti dal capo da scegliere di tatuarsi, dietro le spalle, il suo volto. La strategia degli Alferi, però, sarebbe andata ben oltre. Non soltanto il controllo delle attività economiche di basso cabotaggio, dai chioschi di frutta e verdura alle autorimesse per la gestione del ferro: la banda avrebbe voluto ambire a ben altro. Fra le ipotesi di reato contestate, c’è anche quella dell’usura. In questo caso, il gruppo si sarebbe servito di una talpa all’interno di un centro bingo. L’identikit inquadra la trentottenne Antonella Bignola. Sarebbe stata la donna a trovare clienti in difficoltà economiche, anche all’interno della stessa sala bingo nella quale operava, da guidare tra le braccia del gruppo Alferi.

Una banda, organizzata su più livelli, in grado di controllare le occupazioni abusive degli immobili dello Iacp. Nessuno, fra le palazzine gestite in città dall’istituto autonomo case popolari, avrebbe potuto occupare un alloggio senza passare dall’intermediazione di Maria Azzarelli, sorella di Salvatore, finito a sua volta nel ciclone dell’indagine condotta dagli agenti della mobile e dai magistrati nisseni. In totale, sono state ventotto le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dagli inquirenti: alle quali si aggiungono quattro provvedimenti di sottoposizione agli arresti domiciliari. Gli investigatori, quindi, sono convinti di aver disgregato uno dei principali nuclei criminali ancora attivi in città: presunto motore dei più eclatanti atti intimidatori andati in scena solo negli ultimi anni. Dagli spari verso le saracinesche degli esercizi commerciali non “in regola” agli incendi di automobili.

Presto altri aggiornamenti. 

 

L’elenco degli arrestati: Giuseppe Alferi, nato a Gela il 26.6.1963, in atto detenuto presso la Casa circondariale “N. C. Siano” di Catanzaro; Nunzio Alferi, nato a Gela il 10.2.1987, in atto detenuto presso la Casa circondariale di Caltanissetta; Carmelo Sebastiano Alfieri, nato a Gela 1.6.1947; Vincenzo Alfieri, nato a Gela il 15.7.1975; Sebastiano Massimo Alfieri, nato a Gela il 7.2.1073; Gaetano Davide Alfieri, nato a Gela il 31.7.1976, in atto detenuto presso la Casa circondariale di Gela; Maria Azzarelli, nata a Gela il 24.12.1967; Vincenzo Azzarelli, nato a Gela il 16.11.1966; Salvatore Azzarelli, nato a Gela il 15.6.1977, in atto detenuto presso la Casa circondariale di Voghera; Giuseppe Biundo, nato a Gela il 17.7.1979; Vincenzo Burgio, nato a Gela il 19.5.1969; Giuseppe Caci, nato a Gela il 29.4.1982; Rosario Consiglio, nato a Gela il 17.4.1966; Francesco D’Amico, nato a Gela il 24.11.1961; Giovanni D’amico, nato a Gela l?01.04.1981; Francesco Giovane, nato a Gela l’1.3.1986; Rosario Moscato nato a Gela il 2.10.1990; Luigi Nardo, nato a Gela il 10.10.1983; Giuseppe Palmieri, nato a Gela il 16.11.1990; Orazio Pirone, nato a Gela il 5.6.1986; Angelo Pirone, nato a Gela il 19.04.1981; Fabio Russello, nato a Gela il 19.2.1981, in atto detenuto presso la Casa circondariale di Gela; Gianfranco Turco, nato a Desio il (MI) il 19.09.1974, in atto detenuto presso la Casa circondariale di Gela; Paolo Vitellaro, nato a Gela il 10.12.1990.

Ai domiciliari: Antonella Bignola, nata a Gela il 22.4.1974; Salvatore Fidone, nato a Niscemi il 2.11.1967; Domenico Rocca, nato ad Asti il 20.11.1972; Giuseppe Vinci nato a Gela il 10.10.1973.

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