Le minacce per la plastica da dismettere nelle campagne, “non obbligammo il proprietario”

 
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Gela. Non avrebbero imposto la consegna della plastica dismessa al titolare di un’azienda agricola di contrada Piano Stella. E’ quanto emerge dalle testimonianze rese in aula, davanti al collegio penale del tribunale, da due pastori e da un operatore della raccolta. Le accuse dei pm della Dda di Caltanissetta vengono mosse contro Maurizio Trubia e Diego Nastasi. Per i magistrati avrebbero agito per conto dei clan e per questo motivo sono stati coinvolti nell’inchiesta “Redivivi 2”. I testimoni chiamati a deporre, però, hanno escluso pressioni sul proprietario dell’azienda. “Ci siamo andati una sola volta, insieme a Maurizio Trubia – ha detto l’operatore – gli è stato chiesto se c’era la possibilità di raccogliere la sua plastica. Alla fine, però, non ne ho mai presa”. Una versione analoga a quella di due pastori che lavoravano nell’ovile di Trubia. “Mi ricordo di aver visto Nastasi – ha spiegato uno dei testimoni – ma solo perché veniva a comprare la ricotta”. I difensori, gli avvocati Nicoletta Cauchi e Dionisio Nastasi, già in fase di udienza preliminare, hanno escluso che i due imputati potessero avere interessi nel mercato della plastica dismessa.

I loro arresti sono stati successivi a quelli dell’inchiesta madre “Redivivi” che ha portato al coinvolgimento di altri presunti componenti di una famiglia che avrebbe imposto il monopolio quasi esclusivo sulla plastica e le guardianie in diverse aree rurali della città.

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