Le proposte dei Radicali, dibattito con gli avvocati: Ventura, “non dimenticate questa città morente”

 
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L'avvocato Giacomo Ventura insieme a Sergio D'Elia e Rita Bernardini

Gela. Ad un anno di distanza, i Radicali sono tornati in città. Lo stato maggiore del partito fondato da Marco Pannella è impegnato in un tour lungo la penisola a supporto di otto proposte di legge. Amnistia e indulto, revisione del sistema delle misure di prevenzione e delle informazioni interdittive antimafia e delle procedure di scioglimento dei comuni per mafia, riforma del sistema di ergastolo ostativo e del regime del 41bis e abolizione dell’isolamento diurno, riforma della Rai, riforma delle leggi elettorali nazionale ed europea e abolizione degli incarichi extragiudiziari dei magistrati. Sono questi i punti centrali della loro campagna. Anche questa volta hanno incontrato gli avvocati del foro locale, con un dibattito pubblico tenutosi sul lungomare Federico II di Svevia. Molte delle richieste radicali sono fatte proprie dai legali, a cominciare da quelli della Camera penale Eschilo, presieduta dall’avvocato Giacomo Ventura. Amnistia, indulto e abolizione dell’ergastolo ostativo sono indici essenziali delle istanze del mondo forense, soprattutto di quei legali che si muovono nella sfera penale. Proprio Ventura ha dibattuto con Sergio D’Elia (segretario nazionale di Nessuno Tocchi Caino e tra i coordinatori del partito Radicale) e Rita Bernardini (tra le coordinatrici della presidenza dei radicali). Insieme a loro, l’avvocato Maurizio Scicolone e il consigliere comunale Sara Bonura, a sua volta avvocato. Bernardini e D’Elia non hanno mancato di riprendere le recentissime aperture giunte addirittura dal Vaticano, con Papa Francesco che ha varato la riforma del catechismo, negando qualsiasi legittimità alla pena di morte. Per i Radicali, anche l’ergastolo ostativo (con il fine pena mai) è una vera e propria “pena di morte mascherata”. “Lo Stato ritorni ad essere Stato di diritto”, ha spiegato D’Elia.

L’avvocato Ventura, in apertura, non ha mancato di lanciare un monito forte e accorato. “Invito i Radicali, che sono un vero baluardo, a non dimenticare Gela – ha detto – una città che ha dato miliardi di guadagni allo Stato e che ha sacrificato salute e ambiente. Oggi è una città morente, non dimenticatela”. Il legale, che ha radunato colleghi della Camera penale, ma anche di quella civile e minorile del foro locale, è stato piuttosto netto. “Un avvocato penalista non può non avere una tessera radicale”, ribadendo il collegamento tra le istanze del partito e quelle dell’avvocatura. Al dibattito, inoltre, hanno partecipato anche diversi giovani legali del foro.

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