Le richieste estorsive alla Roma Costruzioni e l’incendio, nel giudizio le intercettazioni

 
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Immagini di repertorio

Siracusa. Pietro Crescimone e Giuseppe Casto, a luglio, verranno giudicati con l’abbreviato. Prosegue, invece, il dibattimento nei confronti di altri tre imputati, Angelo Monaco, Vincenzo Guglielmino e Antonino Rubbino. Sono tutti accusati di aver fatto pressioni sulla proprietà della gelese Roma Costruzioni, azienda titolare del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti a Noto, in provincia di Siracusa. Per i pm siracusani, avrebbero imposto assunzioni per uomini di fiducia, ma l’imprenditore Giuseppe Romano, titolare di Roma Costruzioni, si oppose. Così, sarebbero iniziate le ritorsioni, compreso l’incendio di un autocompattatore, utilizzato dall’azienda. Romano, nel procedimento al tribunale di Siracusa, è parte civile, insieme alla società, all’associazione antiracket “Gaetano Giordano” e alla Fai. Sono tutti rappresentati dagli avvocati Fabrizio Ferrara, Giuseppe Panebianco e Francesco Cagnes.

Dalle indagini, è emerso un presunto interessamento del clan mafioso dei Trigila, attivo a Noto. Le difese di Crescimone e Casto hanno optato per un rito alternativo. Intanto, sarà un perito a trascrivere il contenuto delle intercettazioni, effettuate dagli investigatori siracusani nel corso dell’indagine partita dopo la denuncia di Romano.

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