Le schettinate di Mancuso e Gibiino

 
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Ogni persona ha diritto di difendersi, qualunque azione abbia fatto o decisione abbia preso. Anche dinanzi alle schettinate di Mancuso e Gibiino provo, quasi quasi, comprensione. Ciononostante, è davvero difficile pensare a quanta faccia tosta si debba avere per poter sostenere l’insostenibile. Forse la rabbia che sta rodendo le loro budella, soprattutto dei nostri due, deriva dal fatto che il loro nemico, Marco Falcone, avendo visto la situazione di Gela più e meglio di tutti loro messi insieme, e dimostrato un acume politico inavvicinabile per loro, debba essere considerato un uomo da indebolire.

Era prevedibile, dunque, che Marco Falcone entrasse nel loro appannato mirino per essere impallinato. Che poi Mancuso, un signor nessuno che si permette di dire a Marco Falcone, non per nulla capogruppo di Forza Italia all’assemblea regionale, che dovrebbe dimettersi perché irrilevante sarebbe il suo stare in Forza Italia, non so se fa ridere o susciti un sentimento di pietà. E’ chiaro che si tratta dell’opinione di un disperato! Fanno inoltre davvero ridere quando associano Lucio Greco a Pagano.

Personalmente l’ho ribadito più volte che le loro sono semplicemente illazioni per giustificare un fallimento del quale bisognerebbe solo vergognarsi. La nostra comunanza con Lucio Greco, quella dei fuorusciti per dignità, escludeva nel modo più categorico il coinvolgimento di Pagano, un uomo che non ha mai avuto slanci d’amore per Gela; pertanto, la conseguenza sarebbe stata il divorzio politico. E allora, questi signori farebbero bene a chiudere una volta per tutte una questione mai aperta. Non hanno neanche il senso del ridicolo, il sentimento che magari fa perdere ma non straperdere. Pensavo, sbagliando, che tutti, da D’Asaro a Gibiino, passando per Mancuso, Pellitteri, Federico e persino per il mio amico, Emilio Tallarita, si sarebbero immediatamente dimessi per indegnità dai loro incarichi o dalle loro velleità. Dicono che vogliono sistemare Forza Italia. Bene! Che facciano pure. Ma sanno, come lo sappiamo noi, che i loro cuori non batteranno mai con lo stesso sentimento con cui battevano i nostri. E per dirla tutta, senza questa loro pseudo Forza Italia, sarebbero orfani di tutto. E, per dirla ancora in maniera più chiara, per loro non ci sarebbero più altri lidi cui approdare. Il risultato è che quando non si hanno argomenti validi per ribattere ad accuse precise e circostanziate, è facile cadere nel patetico come continuano a fare loro. E poiché Mancuso è stato indicato dal gruppo come il loro paladino, ricordo allo stesso Mancuso che ha avuto un ottimo maestro in fatto di scelte scellerate. Mi riferisco al suo referente politico, Gianfranco Miccichè il quale, con una inspiegabile decisione, ha consegnato nelle mani di Saro Crocetta la Sicilia. Di cosa sta ancora parlando Mancuso?

Ribadisco che ho riso di cuore quando Mancuso ha ironicamente chiesto a Marco Falcone se era ancora di Forza Italia. Questo mi ha indotto ad una considerazione, anche se non ha molta aderenza con quello che ha detto Mancuso. La considerazione è questa: non è che Mancuso e compagni hanno volontariamente e proditoriamente boicottato Forza Italia a Gela per paura che potessimo spiccare il volo e che il baricentro del partito nella provincia si sarebbe spostato ancor di più a Gela? Capisco, se la mia deduzione è giusta, che questo per loro sarebbe stato un mortale colpo al cuore.

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