“Leonessa”, in aula altri testimoni: a breve prevista la requisitoria del pm antimafia

 
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Brescia. A metà marzo, dovrebbero arrivare le conclusioni del pm antimafia Paolo Savio, che sta portando avanti l’accusa nel dibattimento della maxi inchiesta “Leonessa”, che ha avuto Brescia come snodo principale. Anche questa mattina, davanti al collegio penale del tribunale bresciano, sono stati sentiti diversi testimoni, che hanno riferito soprattutto sugli aspetti legati al presunto sistema delle compensazioni irregolari e delle truffe all’erario, che avrebbe assicurato consistenti introiti al gruppo dei gelesi, che faceva base in Lombardia. Per gli investigatori bresciani, le somme incassate sarebbero finite, in parte, anche al gruppo degli stiddari. Tanti imprenditori del nord Italia, ma non solo, si sarebbero rivolti ai referenti del consulente Rosario Marchese, a processo in questo filone. Il trentaquattrenne avrebbe avuto l’appoggio anche di soggetti, che per gli inquirenti erano direttamente collegati alla stidda. Non a caso, l’inchiesta condotta dall’antimafia bresciana si è intrecciata con quella, ribattezzata “Stella cadente”, che invece è stata portata avanti dalla Dda di Caltanissetta. Nel corso delle precedenti udienze, alcuni imputati hanno reso la loro versione dei fatti. Marchese ha ammesso gli addebiti su gran parte delle compensazioni, ma ha escluso qualsiasi vicinanza ai clan di mafia.

Oltre al consulente, sono a processo alvatore Antonuccio, Giuseppe Arabia, Antonella Balocco, Gianfranco Casassa, Danilo Cassisi, Matteo Collura, Simone Di Simone, Angelo Fiorisi, Carmelo Giannone, Roberto Golda Perini, Giovanni Interlicchia, Corrado Savoia e Alessandro Scilio. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Giovanna Zappulla, Angelo Cafà, Maurizio Scicolone, Sinuhe Curcuraci, Davide Limoncello, Roberta Castorina, Gianpiero Verrengia, Desolina Farris, Vito Felici, Deborah Abate Zaro, Mauro Sgotto, Gianluca Marta, Oliviero Mazza, Desolina Ferris, Stefano Bazzani, Domenico Peila, Giovanni Salvi e Maurizio Basile. In aula, si tornerà a marzo.

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