Lettere d’intenti, masterplan e il “sogno” dell’hub…l’affare del gas naturale liquefatto ancora stenta

 
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Gela. La giunta, già da tempo, sta giocando molte delle sue carte

sul tavolo dell’affare gnl, il gas naturale liquefatto che soprattutto per il sindaco Domenico Messinese e per il suo vice Simone Siciliano sarebbe la chiave di volta di una fetta della prossima economia locale.

L’affare gnl. Così, dal momento del loro insediamento, sindaco e vice hanno iniziato un lunghissimo via vai, fatto di viaggi e tavoli, ministeriali e non. La “bomboniera” economica nei pensieri della giunta si chiama hub sul Mediterraneo. Una piattaforma logistica locale dalla quale dovrebbero passare i nuovi flussi, compreso quello per il rifornimento del gas naturale liquefatto, nuova benzina per chi solca i mari. Da Roma, però, almeno fino adesso, non sono arrivati cambi di passo decisivi, nonostante sia intervenuta anche Eni, multinazionale interessata allo sviluppo del progetto. Nel settembre di un anno fa, i manager del cane a sei zampe, l’allora presidente della Regione Rosario Crocetta, i funzionari del Ministero dello sviluppo economico e l’amministrazione comunale firmarono una lettera d’intenti, con l’obiettivo di valutare la fattibilità del polo gnl lungo la costa locale. Nelle ultime settimane, anche gli imprenditori del metano, riuniti in Federmetano, hanno sposato un appello generale, indirizzato al governo.

L’interesse di Eni. Per gli imprenditori, Gela dovrebbe diventare il primo polo strategico sull’isola. Il presidente nazionale Licia Balboni ha scritto ufficialmente a tutti i ministeri coinvolti e alle autorità regionali. Una nota successiva a quella dello scorso luglio, inviata dall’amministrazione comunale, nel tentativo di avviare un tavolo interministeriale che abbia al centro il maxi progetto. Dai big del settore dei trasporti marittimi, però, non sembrano arrivare grandi speranze, anzi. Lorenzo Matacena, al vertice di Caronte&Tourist, ha appena commentato l’importante commessa per la realizzazione di una prima nave alimentata solo a gas naturale liquefatto. Ma il manager è stato fin troppo eloquente circa l’ipotesi di un hub sul Mediterraneo, con base in Sicilia. “Se l’investimento sul nostro territorio fosse fatto da un leader del mercato petrolifero saremmo pronti a partecipare – ha spiegato – ma, al momento, non esiste nessun progetto anche perché la normativa è assente. In Italia ci sono le condizioni migliori per lo sviluppo di questo settore, un’opportunità che non dovremmo lasciarci sfuggire per diventare il vero hub del gnl nel Mediterraneo e nel sud d’Europa”. Insomma, i grandi gruppi sarebbero pure intenzionati ad investire direttamente, ma a condizioni di avere le spalle parate. La strada, quindi, non sembra esattamente in discesa, soprattutto in una fase molto delicata per le sorti economiche di una città, che ancora aspetta interventi risolutivi al porto rifugio, mentre è in atto una sorta di “guerra fredda” per accaparrarsi i servizi al porto isola Eni. Addirittura, sindaco e vice, per il tramite sempre di Eni, hanno fatto realizzare un masterplan, firmato D’Appolonia-Rina, aziende leader nel settore, con rapporti di consulenza anche con il cane a sei zampe. Una specie di riassunto di quanto accadrebbe all’economica locale se partisse veramente l’affare del gnl e, in scia, quello della logistica portuale. Per ora, però, il traguardo, ammesso che venga raggiunto, sembra piuttosto lontano.

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