L’ex titolare di supermercati vicino ai clan, una dipendente esclude ingerenze nelle assunzioni

 
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Gela. Per i magistrati della Dda di Caltanissetta si sarebbe messo a disposizione del gruppo di cosa nostra locale, concedendo il magazzino di una delle sue attività commerciali per riunioni tra esponenti delle famiglie. Nel dibattimento che si sta tenendo nei confronti di Carmelo Manuello, la difesa ha chiamato a testimoniare in aula l’ex dipendente di uno dei supermercati gestiti in passato dall’imputato. La donna, rispondendo alle domande del legale Francesco Enia e del pm Matteo Campagnaro, ha escluso che la sua assunzione fosse stata pretesa da esponenti delle organizzazioni mafiose. Come ha spiegato, si sarebbe trattato di un semplice passaggio da una società all’altra, dato che Manuello aveva acquistato il punto vendita da un precedente titolare. Nessun interessamento di esponenti vicini alle famiglie, quindi, ma solo l’assorbimento del personale già in forza alla precedente società. L’imputato è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta ritengono che Manuello abbia favorito gli interessi dei gruppi di cosa nostra. L’imputato, invece, ha sempre sostenuto di essere stato vittima di continue richieste estorsive fatte recapitare dai clan.

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