Licenziato dall’Asi dopo la condanna, si riapre il caso di un ex operatore: accolto il ricorso

 
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Gela. Rimosso dal servizio nell’ottobre del 2011 dopo una condanna definitiva per tentato omicidio e la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Si riapre però il caso di un ex lavoratore in servizio all’Asi di contrada Brucazzi. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal legale di fiducia dell’uomo, l’avvocato Emanuele Maganuco. Sono state pubblicate le motivazioni del verdetto. L’ex dipendente, assunto dal bacino dei lavoratori socialmente utili, ha prima ottenuto un verdetto favorevole dai giudici civili ma la Corte d’appello di Caltanissetta ha ribaltato la decisione, ritenendo che con il contratto ottenuto all’Asi fosse già collocabile tra i dipendenti pubblici. Per questa ragione, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici sarebbe stata giustificata la sua esclusione. La Corte di Cassazione, però, ha accolto le richieste del legale dell’ex lavoratore Asi. I giudici d’appello nisseni dovranno rivedere la vicenda, facendo leva sul principio indicato dai magistrati romani. E’ stato disposto l’annullamento con rinvio.

L’ex lavoratore non sarebbe stato inquadrabile tra i dipendenti pubblici, nonostante il contratto ottenuto con Asi. Come sostenuto dal legale, la normativa in materia colloca questo tipo di rapporto di lavoro nella sfera del diritto privato. Una sentenza che rimette tutto in gioco, in attesa di un nuovo giudici dei giudici d’appello nisseni.

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