L’impresa c’era, gli operai no: indagine su maxi truffa alla Socotherm

 
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Gela. L’astensione degli avvocati ha fatto slittare di due mesi la decisione del Gup del tribunale sulla maxi truffa alla Socotherm. Quella di ieri è stata una udienza interlocutoria, utile soltanto per fissare la data del processo preliminare che si terrà a fine gennaio.

La presunta maxi truffa allo Stato porta a una richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di imprenditori, consulenti d’azienda, funzionari di banca e persino un docente universitario. Nel mirino c’è la Socotherm, azienda la cui sede legale è a Vicenza, specializzata nella programmazione e progettazione di materiali plastici. Il finanziamento agevolato attraverso la Legge 488 era di 1.828.596 euro, pari al 60 per cento del totale dei costi agevolabili dal programma di sviluppo competitivo. Il contributo in conto capitale era di 990 mila euro. Un altro contributo per gli impianti era di quasi 6 milioni di euro e altri 122 mila euro erano previsti per la dimensione dell’impresa (il 35 per cento). Il titolare dell’impresa avrebbe fatto risultare come nuove alcune attrezzature che erano state acquistate e utilizzate in precedenza. Attraverso falsi ordini di acquisto la Socotherm avrebbe fatto risultare acquisto di macchinari per ottenere il secondo Sal. Grave anche la contestazione secondo la quale venivano conteggiati 556 mila euro sulle spese del personale, falsificando il registro delle presenze giornaliere. Falsi erano anche – per la procura e la guardia di finanza – i trasferimenti del personale in altri siti della Socotherm. Tutto sarebbe avvenuto con la complicità dei funzionari di banca. Un imprenditore gelese è accusato anche di aver ingiuriato un ex socio e la segretaria. 

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