L’inchiesta antimafia “Compendium”, le motivazioni della Cassazione: nuovo giudizio per Lo Vivo

 
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Gela. Sono state pubblicate le motivazioni che hanno condotto i giudici della Corte di Cassazione a confermare le condanne imposte a Giuseppe Billizzi (6 anni e 6 mesi di reclusione) e a Gianfranco Di Natale (6 anni di detenzione), coinvolti nell’inchiesta antimafia “Compendium”, che consentì di ricostruire una serie di estorsioni ma anche contatti tra affiliati nel nord Italia. Lo scorso aprile, i giudici romani non hanno accolto i ricorsi presentati dai difensori, gli avvocati Flavio Sinatra, Gloria Iannizzotto e Claudio Cricchio. L’unica posizione processuale da rivedere è quella di Claudio Lo Vivo, che dovrà essere giudicato di nuovo dalla Corte d’appello di Caltanissetta, ma solo rispetto alla circostanza di aver agevolato il gruppo di cosa nostra degli Emmanuello.

La sua condanna era stata ridotta in appello. In primo grado, era caduta l’accusa di associazione mafiosa. I giudici nisseni della Corte d’appello, accogliendo in parte le richieste arrivate dal difensore di fiducia (l’avvocato Vittorio Giardino), hanno escluso il coinvolgimento in due episodi di presunte forniture di armi ai clan locali. E’ arrivata la condanna a quattro anni e dieci mesi di reclusione a fronte dei cinque anni e sei mesi comminati dal collegio penale del tribunale di Gela. I giudici nisseni, però, dovranno nuovamente pronunciarsi, a seguito dell’annullamento deciso dalla Cassazione e confermato nelle motivazioni depositate. Nel giudizio, sono stati parti civili il Comune (con l’avvocato Ornella Crapanzano) e le associazioni antiracket (con i legali Giuseppe Panebianco e Giovanni Bruscia).

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