L’inchiesta “Demetra”, respinto il ricorso di Veres: è la presunta mente di un traffico di reperti

 
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Gela. I giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta hanno respinto il ricorso presentato dalla difesa di Thomas William Veres, un mercante d’arte con base a Londra che gli investigatori considerano la presunta mente dell’organizzazione scoperta al termine dell’inchiesta “Demetra”. Reperti archeologici di ogni tipo, molti scavati anche nelle aree limitrofe alla città, sarebbero finiti sul mercato, attraverso canali internazionali. Difeso dall’avvocato Davide Limoncello, Veres ha chiesto ai giudici nisseni di rivedere la sua posizione. Attualmente, è a piede libero, dopo aver lasciato il carcere in Inghilterra, ma solo su cauzione. Nei suoi confronti pende una richiesta di estradizione in Italia, formulata dai magistrati di Caltanissetta.

Durante l’indagine, sarebbe emersa la presenza di una presunta rete, capace di gestire un traffico di reperti, compresi quelli scavati nelle aree archeologiche locali. Tra gli indagati ci sono alcuni gelesi che avrebbero assicurato supporto alla presunta organizzazione.

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