L’inchiesta “Redivivi”, in aula sentito Caponetti: “Fontana mi venne a trovare…mai iscritti all’antiracket”

 
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Gela. “Roberto Fontana mi venne a trovare in associazione. Mi parlò di quello che succedeva nella raccolta della plastica nelle campagne. Però, i Fontana non si sono mai iscritti all’antiracket”. Renzo Caponetti, presidente dell’associazione “Gaetano Giordano”, ha parlato in aula, nel dibattimento scaturito dall’inchiesta antimafia “Redivivi”. A processo, ci sono Rosario Trubia, Luca Trubia, Simone Trubia, Rosario Caruso, il ventiseienne Rosario Trubia, Vincenzo Trubia e Davide Trubia. Sono tutti accusati di aver imposto il monopolio nella gestione della raccolta della plastica, in diverse aree rurali della città. Per i pm della Dda di Caltanissetta, avrebbero agito seguendo modalità mafiose. Gli investigatori ritengono che facciano parte dei gruppi di mafia della città. “Informai quelli che vennero in associazioni anche dei benefici economici che lo Stato concede a chi denuncia richieste estorsive – ha proseguito – mi dissero che volevano denunciare i fatti direttamente a Vittoria”. Caponetti, la cui associazione è parte civile nel dibattimento, con l’avvocato Giuseppe Panebianco, ha risposto alle domande dei difensori degli imputati e del pm della Dda di Caltanissetta Luigi Leghissa.

“Soldi offerti a Vincenzo Trubia”. Nel corso dell’udienza, però, sono emersi altri particolari. “Vidi Roberto Fontana un’unica volta – ha detto l’amministratore di un’azienda nella quale lavorò Vincenzo Trubia – entrò nel nostro negozio di fiori e mi disse che cercava proprio Vincenzo Trubia. Seppi che gli aveva offerto venti o trentamila euro per fare in modo che suo figlio e i suoi parenti si ritirassero dalla raccolta della plastica”. Rivalità che secondo gli inquirenti sarebbero sorte proprio intorno alla gestione delle attività di raccolta della plastica dismessa, soprattutto nell’area della fascia trasformata, tra Mignechi e Bulala. Un operatore del settore, invece, ha parlato di un incontro con i Trubia, che gli avrebbero proposto di lavorare insieme nel settore della plastica. “Non ero interessato – ha spiegato – e dopo qualche minuto, lasciai il bar nel quale ci eravamo visti”. L’istruttoria dibattimentale si avvia alla conclusione e il mese prossimo il pm Leghissa dovrebbe formulare le proprie richieste. Parti civili sono anche il Comune, rappresentato dall’avvocato Anna Gambino, l’associazione Codici e quattro operatori che sarebbero stati vittime delle presunte imposizioni dei Trubia, con l’avvocato Giovanni Bruscia. Gli imputati, invece, sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Carmelo Tuccio e Nicoletta Cauchi.

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