L’inchiesta su un presunto giro di droga, spunta la costituzione del Comune: coinvolti giovani

 
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Gela. Tra le accuse che vengono mosse, c’è anche quella del danneggiamento di un cassonetto della nettezza urbana (risalente a diversi anni fa). Un motivo che ha indotto il Comune a proporre la costituzione di parte civile nel processo scaturito dall’inchiesta “Acropoli”, che fece luce su un giro di droga, diffuso tra giovani. Sotto osservazione finirono diverse ragazze. La richiesta arrivata dal legale dell’ente, l’avvocato Giovanni Giudice, ha indotto il giudice Marica Marino a concedere un termine che servirà ai difensori degli imputati per controbattere all’azione del municipio. Nel giugno di un anno fa, il gup del tribunale ha rinviato a giudizio Anna Rita Farinelli, Jessica Farinelli, Salvatore Piva, Angela Di Natale, Nunzio Tilaro, Catalin Toma, Paolo Di Giacomo, Andrea Maganuco, Emanuele Terranova, Giusi Caci e Emanuele Nocera. Marijuana e hashish, almeno secondo i difensori, sarebbero serviti solo al consumo personale e non allo spaccio. Fatti che verranno valutati dal giudice.

Nonostante l’indagine avviata, non vennero emesse misure di custodia cautelare. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Giovanni Cannizzaro, Giovanna Cassarà, Samantha Rinaldo, Maurizio Scicolone, Raffaela Nastasi, Giuseppe Simonetti e Calogero Giardina.

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