L’inchiesta “Tetragona”, in Cassazione confermata la condanna a Morso

 
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Gela. Sarebbe stato lui il referente di cosa nostra gelese in Liguria. I giudici della Corte di Cassazione hanno respinto il ricorso presentato dalla difesa del sessantaduenne Vincenzo Morso, condannato sia in primo che in secondo grado nel giudizio scattato dall’inchiesta antimafia “Tetragona”. Dopo aver scelto il rito abbreviato in primo grado, per Morso è arrivata la conferma della condanna anche in appello (a quattro anni e nove mesi di reclusione in continuazione con un precedente sentenza). La difesa, sostenuta dall’avvocato Giacomo Ventura, si è rivolta così proprio ai magistrati romani, chiedendo che il verdetto venisse rivisto.

La decisione della Cassazione, invece, rende definitiva la condanna per l’imputato, che in base alle indagini avrebbe tentato di riorganizzare il gruppo dopo la morte di Daniele Emmanuello. Con l’inchiesta “Tetragona” gli investigatori fecero emergere le attività di cosa nostra gelese anche nel nord Italia, soprattutto in Liguria e Lombardia. Altri venti imputati, tutti coinvolti nell’inchiesta, sono stati condannati in appello.

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