L’incognita dei fondi e manca pure lo sportello informativo, l’accordo di programma non ingrana

 
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Tre anni fa la firma dell'Accordo di programma al ministero

Gela. Sono passati due mesi dalla firma dell’accordo di programma, chiuso al Ministero dello sviluppo economico con tanto di “sigillo” apposto dal vicepremier Luigi Di Maio. Nonostante gli impegni, però, al momento non si è neppure visto lo sportello informativo preannunciato prima della ratifica dell’intesa. Almeno nelle intenzioni, dovrebbe servire ad orientare le scelte dei possibili investitori, interessati ad accedere ai finanziamenti (a disposizione ci sono venticinque milioni di euro). Almeno in base ai patti raggiunti, dovrebbe essere Invitalia, l’ente che ha seguito buona parte della procedura, a coordinare questo tipo di attività. Anche il commissario Rosario Arena e l’assessore regionale Mimmo Turano l’hanno ribadito durante l’incontro finale servito a ratificare un’intesa che in verità ha convinto poco, soprattutto i sindacati. In attesa di capire se in città verrà avviata la struttura di coordinamento dei finanziamenti, che riguardano gli oltre venti comuni dell’area di crisi complessa, tante incertezze costellano un accordo, probabilmente nato male fin dall’inizio. I sindacati, almeno quelli della triplice di Cgil, Cisl e Uil (l’Ugl ha espresso una maggiore apertura ma chiedendo in ogni caso un eventuale incremento dei fondi), da tempo attendono un incontro con il presidente della Regione Nello Musumeci. Sono convinti che i venticinque milioni di euro non basteranno a rilanciare le ultime velleità produttive di una città in forte crisi. Il governatore, durante la sua recente visita ufficiale a Palazzo di Città, si è impegnato ad attivare tavoli tematici, compreso quello per gli approfondimenti sulle risorse dell’accordo di programma. Ha ammesso che i fondi stanziati non sono sufficienti, ma fino ad ora non c’è stato alcun incontro con i sindacati e non risultano avviate verifiche sul possibile incremento degli stanziamenti.

Con il nuovo anno alle porte, sarebbe anche ora di concretizzare gli impegni, a cinque anni dalla firma del protocollo d’intesa che ha sancito la riconversione green della raffineria di contrada Piana del Signore e almeno nelle intenzioni avrebbe dovuto assicurare investimenti alternativi a quelli di Eni. Tra compensazioni elargite dalla multinazionale e l’accordo di programma, sul piatto ci sono più di cinquanta milioni di euro.

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