L’inferno del Covid, in ospedale posti esauriti: “Come a Bergamo due anni fa”

 
1
Una delle corsie del "Vittorio Emanuele" durante l'emegenza pandemica

Gela. Il contagio dilaga e gli ospedali sono al collasso. Nel giorno dei 14mila nuovi positivi in Sicilia, i numeri del contagio Covid, in città, sono ormai sempre più fuori controllo. In appena ventiquattro ore, sono risultati positivi altri 576 pazienti, in isolamento domiciliare. Il totale sale a 2.619 contagiati. I guariti sono 141. C’è un altro decesso, di un paziente gelese positivo al Covid (è il centotreesimo dall’inizio della pandemia). Due pazienti sono stati ricoverati in degenza ordinaria e uno in rianimazione. Un altro paziente gelese è stato dimesso.
Ma la quarta ondata sta travolgendo sempre di più le strutture ospedaliere. I posti in degenza ordinaria e in Malattie Infettive sono esauriti e la carenza di personale dedicato sta mettendo in ginocchio un sistema che si sta dimostrando fragile come due anni fa.
Con le telecamere di “Trincee” siamo entrati nei reparti di emergenza del “Vittorio Emanuele” per un reportage che andrà in onda con immagini e testimonianze esclusive, la prossima settimana.
Alcuni dei video che vi mostriamo oggi in anteprima di fatto sembrano riportare le lancette dell’orologio indietro di 22 mesi. Nel periodo più caldo della pandemia, il mantra era sempre lo stesso: ospedali al collasso, personale sanitario sfinito, posti letto esauriti. Oggi le immagini dell’ingresso del reparto di Malattie infettive valgono più di mille parole.
I pazienti positivi in attesa di ricovero sono adagiati per lunghissime ore sulle sedie della sala d’aspetto o sulle poche barelle rimaste in attesa di trovare posti letto che non ci sono più. Le ambulanze arrivano a ritmo serrato e il poco personale medico è stato costretto a riadattare la cucinetta degli infermieri e la stanza del caposala a stanze di degenza provvisoria.
Le camere a pressione negativa del reparto di malattie infettive, che nei giorni del lockdown ospitavano uno o due pazienti, oggi ne contengono almeno tre per stanza e Medicina non ha più posti disponibili. Stessa sorte per Terapia Intensiva, dove gli otto posti a disposizione sono esauriti da settimane.
Un inferno che sta letteralmente mettendo in ginocchio il personale sanitario costretto a turni massacranti per far fronte ad un’emergenza che non accenna a finire.

“Una situazione che ricorda Bergamo del 2020 – racconta la dottoressa Emanuela Pace, responsabile di Malattie Infettive – i pazienti arrivano ad ondate e non sappiamo più dove metterli. Abbiamo requisito tutte le barelle dell’ospedale, ma non bastano più”.
E in una situazione così drammatica colpisce lo sfogo dei medici e degli infermieri, prima osannati come eroi e adesso vittima della rabbia e della paura di chi arriva in ospedale.
“Facciamo turni massacranti – continua la dottoressa Pace – e la gente spesso ci aggredisce verbalmente perchè ci considera nemici. Ma noi non siamo nemici dei nostri pazienti, cerchiamo solo di salvare la loro vita facendo tutto il possibile. Mi auguro che questo chi viene in ospedale lo capisca”.
Il racconto di quello che abbiamo visto all’interno dell’ospedale Vittorio Emanuele con immagini e testimonianze esclusive la prossima settimana in uno speciale Trincee sull’emergenza.

1 commento

  1. Se si avesse avuto un’ ospedale all’altezza della situazione di sarebbero limitati i danni , ci troviamo con un pronto soccorso infettivologo da completare che sarebbe servito eccome, la terapia intensiva donata da ENI che per vari motivi non sono mai partiti i lavori , un pronto soccorso attuale, dove i lavori di ampliamento non sono mai partiti e con un’ ondata epidemiologica di tale portata
    è normale avere un’ ospedale al collasso qui e assente la politica regionale provinciale e locale , poveri noi GELESI

Rispondi a Gelone Cancella la risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here