L’intesa sui rifiuti? Messinese colleziona un altro flop: i consiglieri non si presentano

 
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Gela. La chiamata del sindaco Domenico Messinese si è rivelata un flop. Questa mattina, solo due capigruppo, Vincenzo Cascino di DiventeràBellissima e Luigi Di Dio di Energie per l’Italia, si sono presentati alla riunione convocata dal presidente del consiglio Alessandra Ascia, su richiesta proprio del sindaco. L’obiettivo di Messinese era cercare un’intesa sul fronte rifiuti, dopo lunghissime settimane di scontro continuo con il consiglio. Invece, in municipio non si è presentato nessuno. I consiglieri prendono ancora una volta le distanze dalle scelte di Messinese e del suo assessore Simone Siciliano. Tra debiti fuori bilancio, cumuli che sono di nuovo dietro l’angolo e una gara da chiudere prima possibile, al sindaco è arrivato un altro messaggio di sfiducia. “C’è un capitolato d’appalto che prevede somme precise e modalità dello svolgimento del servizio – dice il capogruppo di Noi con l’Italia Vincenzo Cirignotta – cosa avremmo dovuto dire al sindaco? Le nostre indicazioni le abbiamo già fornite. Peraltro, davanti ai danni causati dalla sua gestione e da quella dell’assessore Simone Siciliano, personalmente ho chiesto che proprio Siciliano faccia un passo indietro e il sindaco gli revochi le deleghe. Non siamo stati presi in considerazione”.

Saltata la conferenza dei capigruppo. A Messinese hanno risposto picche pure i dem. Alla conferenza dei capigruppo non si è presentato nessun esponente del Pd. “Il sindaco deve capire che questioni come quella dei rifiuti – spiega il consigliere Guido Siragusa – non si risolvono con una conferenza dei capigruppo. Serve un tavolo politico. Spetta all’amministrazione comunale prendere decisioni in materia. La conferenza dei capigruppo serve ad altro. Le nostre proposte le abbiamo fatte ma il sindaco non può pensare che una vicenda tanto complessa, soprattutto sul fronte politico, si risolva chiedendo un confronto ai capigruppo”. Per la giunta, quello dei rifiuti si è trasformato in un rompicapo politico e finanziario, con le casse dell’ente sempre più in difficoltà.

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