Lo scooter rubato e il “cavallo di ritorno”, chiese i soldi per restituirlo: tre anni e mezzo ad un giovane

 
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Gela. Un cavallo di ritorno, dopo il furto di uno scooter. Tre anni e sei mesi al ventisettenne Simone Rinella. Il verdetto è stato pronunciato dal giudice Miriam D’Amore. In base alle accuse, avrebbe chiesto il pagamento di circa quattrocento euro per restituire il mezzo ad un suo conoscente, che ne aveva subito il furto. Difeso dall’avvocato Giovanni Bellino, il giovane ha risposto alle accuse, sostenendo di essere stato contattato dalla vittima del furto, ma di non aver mai chiesto denaro. “Mi domandò se avevo la possibilità di chiedere in giro, per capire se si potesse ritrovare lo scooter”, ha spiegato l’imputato.

Il “cavallo di ritorno”. Il giovane proprietario dello scooter rubato si è costituito parte civile, con l’avvocato Stefania Valente, che ha chiesto e ottenuto il diritto al risarcimento dei danni, che verrà quantificato in sede civile. Per i pm della procura, il proprietario dello scooter sarebbe stato minacciato, pur di fargli consegnare i soldi. La difesa di Rinella ha ribadito l’inesistenza dell’ipotesi di estorsione. Il pm Pamela Cellura, invece, ha ritenuto fondata la ricostruzione d’accusa, indicando un verdetto ancora più pesante, quattro anni di reclusione.

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