L’ombra della mafia su beni per 800 mila euro, sentito anche un ex reggente dei clan locali

 
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Gela. Anche un ex reggente del gruppo di cosa nostra locale è stato sentito davanti ai giudici del tribunale delle misure di prevenzione di Caltanissetta. Carmelo Billizzi, da anni ormai collaboratore di giustizia, è stato citato dalla difesa di uno dei titolari dei beni, finiti al centro di un sequestro da circa ottocentomila euro. L’attenzione dei pm della Dda di Caltanissetta si è concentrata soprattutto su quanto sarebbe riconducibile al cinquantaseienne Carmelo Collodoro. Il sequestro venne eseguito dai carabinieri del Ros, esteso a beni di proprietà di parenti dell’uomo, che viene comunque ritenuto ancora vicino ai clan. Tesi sempre esclusa dalla difesa, sostenuta dall’avvocato Grazio Ferrara. Nel corso del procedimento, proprio la difesa ha già chiesto l’esame di altri testimoni che andrebbero a confermare la totale estraneità di Collodoro ad ambienti mafiosi. In base alle accuse, invece, i beni sarebbero stati ottenuti attraverso presunti capitali illeciti.

Una linea seguita anche dai legali che rappresentano i parenti del cinquantaseienne, difesi invece dagli avvocati Giuseppe Condorelli, Paolo Testa e Boris Pastorello. In aula si tornerà a fine mese, in attesa che i giudici arrivino poi ad emettere un verdetto sulla sorte dei beni sequestrati.

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