L’ombra di una “bomba ecologica”? Messinese, “nessun termovalorizzatore”: grillini, “impianto previsto”

 
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Gela. “Termovalorizzatori o inceneritori non ne sono stati presentati, almeno a questa amministrazione comunale”. Il sindaco Domenico Messinese l’ha detto in aula consiliare, rispondendo all’intervento del deputato regionale Nuccio Di Paola, che ha sollevato non pochi dubbi soprattutto sugli investimenti previsti nelle aree dismesse di raffineria. Investimenti che dovrebbero condurre alla realizzazione di un impianto di termo-ossidazione. Ne sono certi i grillini del Movimento cinque stelle che proprio con Di Paola si sono rivolti alla giunta regionale, nel corso di una riunione della commissione territorio e ambiente all’Ars, della quale fa parte il deputato grillino. Stando a quanto riferito venerdì sera, in aula consiliare, almeno per le aree dismesse Eni sarebbero solo quattro i progetti ritenuti economicamente validi, su un totale di diciotto proposte. “C’è l’ampliamento di un’azienda già insediata – ha spiegato il deputato – un allevamento di crostacei, un impianto per la lavorazione delle sabbie contaminate e un termovalorizzatore”. Ipotesi, quest’ultima, smentita da Messinese.

L’impianto di termo-ossidazione. In commissione, all’Ars, Di Paola aveva sollevato la questione, riferendosi ad un progetto di termo-ossidazione. “Il sindaco, probabilmente – dice il presidente della commissione comunale ambiente Virginia Farruggia – gioca con le definizioni. Oramai, gli impianti per il trattamento dei rifiuti non vengono più definiti termovalorizzatori o inceneritori ma il processo che si applica è quello della termo-ossidazione. Stiamo valutando la questione oramai da tempo, soprattutto per verificare a che punto è lo stato delle bonifiche nelle aree dismesse”. Dietro alle richieste dei grillini, sia in municipio che all’Ars, c’è il timore che, nel territorio locale, si continuino a concentrare impianti ad elevato impatto ambientale. “Ci sono già una discarica – ha detto Di Paola in commissione all’Ars – un impianto di compostaggio, adesso il progetto avviato per trattare le sabbie contaminate e quello per la termo-ossidazione dei rifiuti. A questo punto, l’elevata percentuale di differenziata che si riscontra in città a cosa serve? E’ una contraddizione”. Il gruppo consiliare del Movimento cinque stelle, nell’estate di due anni fa, iniziò a chiedere spiegazioni all’amministrazione comunale, con in testa l’assessore Simone Siciliano. Nell’intricata sequela di investimenti che dovrebbero partire e fondi che non si trovano, ritorna il pericolo della “bomba ecologica”, l’ennesima.

1 commento

  1. Prima si creava l’alternativa è poi si fermava la Raffineria,Ma chi mai di voi rottama la vecchia auto senza prima aver comprato la nuova?

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