L’omicidio Sartania, i legali dei familiari: “Gli imputati vanno condannati”

 
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Gela. Gli imputati vanno condannati. I legali che rappresentano i familiari di Crocifisso Sartania l’hanno ribadito nel corso delle loro conclusioni davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Ragusa. I resti del suo corpo vennero ritrovati nelle campagne di Acate. Il cadavere fu dato alle fiamme dopo l’esecuzione. A rispondere di quanto accaduto ventitré anni fa sono Cristoforo Palmieri, Carmelo Curvà, Orazio Rolletto e Carmelo Palmieri (l’unico per il quale i pm regusani hanno chiesto l’assoluzione). Gli avvocati Carmelo Tuccio e Giovanni Lomonaco, che rappresentano la figlia della vittima e altri familiari, hanno ricostruito l’intera vicenda sottolineando come la fine di Sartania sia da legare ad una sorta di vendetta personale. Sarebbe stato ucciso perché ritenuto responsabile di maltrattamenti ai danni della sorella di uno degli imputati. Un omicidio ricostruito soprattutto attraverso le dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia, a cominciare dall’ex reggente del gruppo di cosa nostra Rosario Trubia.

Nel corso del giudizio abbreviato, i pm hanno chiesto la condanna a trent’anni di reclusione per Cristoforo Palmieri, a quindici anni per Carmelo Curvà e a dieci anni per Orazio Rolletto. A febbraio, invece, toccherà ai difensori (gli avvocati Flavio Sinatra, Cristina Alfieri e Antonio Gagliano) e potrebbe essere pronunciata la sentenza.

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