L’omicidio Sotti, Cilio in appello: in primo grado condannato all’ergastolo

 
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Orazio Sotti venne ucciso nel dicembre di ventuno anni fa

Gela. In primo grado, i giudici della Corte d’assise di Caltanissetta gli hanno imposto l’ergastolo. Sarebbe stato Giuseppe Cilio ad organizzare ed eseguire l’omicidio del giovane Orazio Sotti, ucciso davanti al garage della propria abitazione, a Fondo Iozza, nel dicembre di diciotto anni fa. Una lunghissima istruttoria dibattimentale che alla fine ha consentito di individuare le responsabilità del niscemese. A processo, c’era anche il fratello Salvatore (difeso dall’avvocato Luigi Cinquerrui). Per lui, però, è stata disposta l’assoluzione, non impugnata dai magistrati. Il legale di fiducia di Giuseppe Cilio, l’avvocato Salvo Macrì, ha invece proposto appello. Il giudizio di secondo grado che si sarebbe dovuto aprire oggi è stato spostato al prossimo 17 maggio, a causa dell’indisponibilità del presidente della Corte d’assise d’appello chiamata a valutare le richieste della difesa. Il legale ha predisposto quasi cento pagine d’appello e nove motivi di ricorso, compresi quelli aggiunti. Contesta le ragioni che hanno indotto i giudici di primo grado ad individuare l’imputato come materiale killer di Sotti.

Per i pm della procura di Gela, avrebbe agito spinto da ragioni di gelosia. Sotti in quel periodo, almeno in base a quanto ricostruito, aveva intrattenuto relazioni sentimentali con le fidanzate dei due fratelli Cilio. La difesa dell’imputato punta alla riapertura dell’istruttoria. La famiglia Sotti, fin dal principio, ha chiesto che si facesse luce sulla morte di un giovane che non aveva mai avuto frequentazioni pericolose. La madre e il padre non si rassegnarono, nonostante i tanti anni trascorsi. Così come chiesto dai loro legali, gli avvocati Giuseppe Cascino e Francesco Minardi, in primo grado la Corte d’assise nissena ha riconosciuto una provvisionale, oltre al diritto al risarcimento dei danni. Saranno costituiti anche nel giudizio di secondo grado.

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