Lorefice sì a governo, “è stato sofferto”: Ventura, “non è coerente con la sua storia”

 
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Ventura non condivide lascelta di Lorefice

Gela. La tenuta dell’assetto politico interno del gruppo locale grillino era già stata messa a dura prova alle amministrative di due anni fa, al termine di un percorso decisamente travagliato. Negli ultimi mesi, poi, i pentastellati che si rifanno al meetup hanno condiviso posizioni molto più vicine agli esponenti fuoriusciti piuttosto che quelle dei portavoce. Il sì al governo Draghi pare aver complicato ancora di più le cose. Il senatore Pietro Lorefice ha dato il suo appoggio al nuovo esecutivo, nonostante l’evidente diffidenza degli attivisti locali. “Non nascondo che è stata una decisione sofferta – dice Lorefice – ma io rispetto le regole e la piattaforma ha sancito il sì al governo Draghi. Sono le stesse regole che hanno permesso al Movimento cinquestelle di arrivare fino a questo punto. Anche con chi ha votato no ho avuto un confronto molto franco. Preferisco continuare a combattere dall’interno, per il bene del movimento”. Lorefice non fa parte della fronda dei quindici senatori dissidenti, che a Palazzo Madama non ha votato per il governo Draghi. Ora, potrebbero essere espulsi o comunque sarebbero già intenzionati a collocarsi altrove. Il senatore prosegue la sua esperienza romana, mantenendo il rapporto con l’ala grillina “lealista” e che ancora dà fiducia alla linea governista. In città, diversi attivisti della prima ora non nascondono la loro profonda delusione politica.

“Per ora, spero solo che non si delinei una spaccatura netta tra il movimento e chi ha votato no e potrebbe uscire – dice Santi Ventura – sono stati espulsi dai gruppi parlamentari ma non dalla piattaforma Rousseau. Le nuove regole prevedono la costituzione di un direttivo e non è da escludere che qualcuno di quelli del no possa entrare a far parte del direttivo, magari invertendo la linea di tutto il movimento. Sicuramente, condivido la scelta di chi ha votato no. Il meetup si è espresso per il no. Non bisogna dimenticare che sulla piattaforma il sì al governo Draghi è passato solo con il 60 per cento, c’è anche un 40 per cento che invece si è espresso contro e supporta le decisioni di chi alla Camera e al Senato ha votato contro o comunque non ha votato”. Ventura fa chiaramente capire che la distanza politica dal senatore Lorefice è ancora più ampia, dopo il voto romano. “Pietro Lorefice ha aperto il suo fronte ad una prospettiva politica diversa – aggiunge – non a quella dei cittadini. Ha rispettato le indicazioni di un gruppo di senatori. Così facendo, migliorerà le condizioni della città? Mi sembra molto difficile. Mi chiedo anche se quel sì sia coerente con la sua storia politica. Io l’ho appoggiato per le sue forti posizioni ambientaliste e per la conoscenza del territorio che ha dimostrato negli anni. Senatori e deputati che hanno votato no sono proprio quelli che hanno una visione verde ed europeista”. L’avvento del governo Draghi potrebbe spingere diversi attivisti locali a seguire i dissidenti, con un movimento che a livello locale dovrà tentare di ricostruire le basi che sei anni fa lo portarono a conquistare Palazzo di Città, seppur con le successive contraddizioni.

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