Mafia a Roma, appello bis per Rinzivillo: condanna ridotta solo di sei mesi

 
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Gela. Lo scorso gennaio, la Corte di Cassazione ha annullato la condanna imposta al sessantenne Salvatore Rinzivillo, ritenuto nuovo boss dell’omonima famiglia di Cosa nostra. Una decisione che toccava le contestazioni sul metodo mafioso e sul favoreggiamento dell’organizzazione. Oggi, a seguito del rinvio disposto dalla stessa Cassazione, i giudici di appello di Roma hanno sostanzialmente confermato la condanna, riducendola solo di sei mesi. A Rinzivillo, proprio la Corte di appello capitolina aveva imposto dieci anni e otto mesi di reclusione, nel procedimento legato all’indagine antimafia “Druso”. Dopo l’annullamento della Cassazione, che aveva rinviato agli stessi giudici di appello per rivedere l’entità della pena, non ci sono state sostanziali modifiche. Una decisione che i difensori di Rinzivillo, gli avvocati Roberto Afeltra e Annarita Franchi, impugneranno nuovamente in Cassazione. Ritengono che ci siano valutazioni errate da parte dei magistrati di secondo grado. Non escludono neanche il ricorso straordinario. A Rinzivillo, con l’inchiesta “Druso”, vengono contestati episodi di estorsione, ai danni di esercenti romani.

Avrebbe dato l’ordine ai suoi complici di minacciare le vittime, affinché onorassero un credito maturato nei rapporti commerciali con un operatore, pare vicino al gruppo di mafia. La sentenza, quindi, non è ancora definitiva. Il sessantenne, attualmente detenuto sotto regime di carcere duro, è già stato condannato (non ancora in via definitiva) in altri filoni processuali, partiti dall’inchiesta madre “Extra fines”.

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