Mafia e compensazioni illecite, in aula finanziere: ricostruì operazioni dei gelesi

 
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Brescia. L’analisi investigativa, soprattutto del presunto sistema delle compensazioni milionarie illecite, ha praticamente occupato l’intera udienza di oggi, davanti al collegio penale del tribunale di Brescia, nel dibattimento scattato sulla scorta del blitz antimafia “Leonessa”. In aula, davanti ai giudici del collegio lombardo, per diverse ore è stato sentito uno dei militari della guardia di finanza che si occupò del filone bresciano dell’inchiesta, incentrata sulla presunta organizzazione di un gruppo, vicino agli stiddari, in grado di finanziarsi con i proventi delle “consulenze” illecite sulle compensazioni, delle quali avrebbero approfittato decine di aziende, soprattutto con base nel nord Italia. Nel giudizio, a rispondere alle pesanti accuse, ci sono anche i presunti capi dell’organizzazione, a cominciare dal consulente Rosario Marchese, attualmente detenuto e ritenuto vera mente del sistema, che avrebbe generato introiti milionari, coinvolgendo importanti gruppi imprenditoriali, che in questo modo avrebbero tentato di liberarsi di pendenze tributarie. L’esame del finanziere proseguirà la prossima settimana. Ha passato in rassegna decine di presunte operazioni illecite, tutte addebitate agli imputati, che rispondono inoltre dell’appartenenza al gruppo di mafia. Davanti ai giudici bresciani, oltre a Marchese, ci sono imputati che sarebbero stati molto vicini al consulente, procacciando imprenditori e aziende, ma muovendosi anche con metodi intimidatori, che gli inquirenti collegano alla loro appartenenza alla criminalità organizzata.

Il militare ha risposto alle domande del pm dell’antimafia bresciana Paolo Savio e a quelle dei difensori degli imputati, che proseguiranno con il loro controesame, nel corso delle prossime udienze. Tra i legali di difesa, ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Giovanna Zappulla, Roberta Castorina,  Davide Limoncello, Angelo Cafà, Maurizio Scicolone, Sinuhe Curcuraci, Vito Felici, Stefano Tegon e Deborah Abate Zaro.

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