Gela. Avrebbe avuto quasi un ruolo da tramite per fare in modo che l’allora coalizione elettorale a sostegno dell’ex sindaco di Niscemi Francesco La Rosa uscisse vincitrice dalle amministrative di sette anni fa. Per i pm della Dda di Caltanissetta, il boss Giancarlo Giugno sarebbe intervenuto nella fase della campagna elettorale, con il sostegno al gruppo di La Rosa. Accuse, poi confluite nell’inchiesta “Polis”, che hanno indotto il collegio penale del tribunale di Gela, presieduto dal giudice Silvia Passanisi (a latere Elena Kildani e Valeria Vincenti) ad emettere la condanna ad un anno e undici mesi di reclusione, in continuazione con precedenti verdetti. A Giugno è stata riconosciuta l’attenuante per le dichiarazioni rese ai magistrati. Il pm della Dda di Caltanissetta Luigi Leghissa, a conclusione della sua requisitoria, ha invece chiesto la condanna a due anni e sei mesi di detenzione. Anche di recente, Giugno ha rilasciato dichiarazioni in merito a quella campagna elettorale ed è stato sentito nel corso del dibattimento scaturito dal filone principale dell’inchiesta, che vede a processo (tra gli altri) lo stesso La Rosa e il suo ex assessore, il gelese Calogero Attardi. L’imputato è stato giudicato con il rito abbreviato, dopo aver chiesto espressamente il giudizio immediato. Alle udienze ha partecipato in video-collegamento, assistito dal suo legale, l’avvocato Filippo Crocè.
A chiedere la condanna di Giugno è stato anche il legale di parte civile, in rappresentanza del Comune di Niscemi. L’avvocato Massimo Caristia, infatti, ha sostenuto la ricostruzione condotta dal pm della Dda. Il collegio penale gli ha riconosciuto il diritto ad ottenere le spese del giudizio. Il legale aveva anche chiesto una provvisionale in denaro per il danno che sarebbe stato patito dall’ente guidato dal sindaco Massimiliano Conti.
